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Un occhio sul mondo

Ci piace credere, a volte, che la nostra sia l’era delle grandi conquiste in materia di diritti civili e sociali e di un progresso scientifico e tecnologico senza precedenti. Ma il nostro vivere nel mondo occidentale significa spesso guardare la realtà con lenti che la deformano, mettendone in luce gli aspetti più positivi e lasciando da parte quelli più bui. Eppure, uno sguardo disilluso su quello che è il panorama mondiale pone alla nostra attenzione dati che non possono lasciare indifferenti. Sconvolgenti appaiono, ad esempio, le percentuali riguardo all’estrema ineguaglianza nella distribuzione della ricchezza mondiale. Secondo uno studio condotto dalle Nazioni Unite ( UNU-WIDER ) nel 2001, l’1% della popolazione adulta del mondo possiede da solo il 40% della ricchezza mondiale, mentre la metà più povera della popolazione adulta è costretta a spartirsi soltanto l’1%. Per non parlare, poi, del fatto che il giro di affari di un giorno delle borse occidentali equivale al PIL di un anno dell’Africa intera e che la somma che quest’ultima deve sborsare quotidianamente per pagare gli interessi dei debiti esteri maturati, è pari al guadagno di un giorno della Microsoft. Semplicemente incredibile. E ancora: l’incontrollato spreco energetico di cui il mondo occidentale è protagonista ci proietta su sconvolgenti scenari futuri. Basti considerare che i Paesi sviluppati, con soltanto l’11 % della popolazione mondiale, consumano da soli dell’88% delle risorse idriche del nostro pianeta. Così, l’acqua dolce, un prodotto così semplice e “naturale”, da sempre considerata una risorsa illimitata, diventa anch’essa vittima di uno sfruttamento eccessivo da parte di un’umanità sprecona. Il risultato? Allo stato attuale,  sono più di un miliardo le persone che non hanno accesso all’acqua potabile e più di due miliardi quelle che subiscono gli effetti dell’inquinamento idrico (ogni anno, 20 milioni di bambini muoiono per l’acqua insalubre!). Inoltre, alla vergognosa indifferenza che spesso accompagna il nostro uso smodato di risorse ed energie naturali, fa seguito una pari diffidenza, se non addirittura un rifiuto, delle risorse e delle energie alternative. È chiaro che fenomeni come l’inquinamento e i conseguenti cambiamenti climatici, la deforestazione incontrollata e gli sprechi energetici di qualsiasi tipo sono solo alcuni tra i problemi causati dai comportamenti imprudenti ed egoistici dei Paesi sviluppati, con la principale conseguenza di aggravare il gap economico e sociale che li separa da quelli in via di sviluppo, contribuendo ad una più che iniqua distribuzione delle ricchezze mondiali. È ora di capire che il piccolo contributo ognuno di noi è parte importante e fondamentale di un progetto di cambiamento per evitare una catastrofe naturale e umanitaria e per salvare le bellezze di una Terra che vuole ancora continuare ad offrirci le sue preziose risorse.

Francesca Licitra