Pubblicato il: 20 Gennaio, 2010

Uomini che odiano le donne

Mikael Blomkvist è il direttore responsabile della rivista Millennium ed è appena stato condannato per diffamazione a danno di un potente uomo d’affari. Mikael, dotato di ottime doti investigative, in passato aveva anche risolto alcune casi particolarmente complessi. Il giorno di Natale, viene chiamato a colloquio da un ricco industriale, Henrik Vanger. L’uomo da oltre 40 anni è ossessionato dalla scomparsa della nipote Harriet e, ormai 82enne, vuole far luce sull’accaduto e per questo motivo si rivolge a Mikael. Henrik è inoltre convinto che la scomparsa o l’assassinio della nipote sia opera di un membro della famiglia Vanger. Nel corso delle indagini, Mikael conoscerà Lisbeth, una giovane hacker dal passato burrascoso, in affidamento ad un tutore dell’ospedale psichiatrico. La giovane lo aiuterà nelle indagini ed il suo apporto sarà fondamentale per risolvere il caso.

Trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Stieg Larsson, “Uomini che odiano le donne” è un thriller che contiene un profondo substrato di critica sociale, così come lo stesso Larsson aveva fatto nel suo libro. La storia infatti contiene constanti riferimenti, fondamentali anche al fine dell’intreccio, all’appartenenza dei Vanger, da generazioni, a correnti nazionalsocialiste ed antisemite. Ovviamente, in questo caso, sono le donne le vittime preferite di questi uomini apparentemente puliti e socialmente rispettati. Il tutto si intreccia anche con la storia di Lisbeth, abusata sia in passato e poi anche dal suo tutore. La normalità familiare fa da scudo ai possibili sospetti. Il regista danese Niels Arden Oplev non compie certo salti mortali o acrobazie cinematografiche nella realizzazione del film, la sua è una visione lineare e pulita, senza effetti particolari, senza giochi di rimandi. Tutto viene svelato tramite flashback. Il risultato resta comunque positivo grazie ad una trama molto ben concepita e coinvolgente, dove ogni pezzo viene incastonato gradualmente.

Diego Bonomo

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