Pubblicato il: 28 Luglio, 2009
Senza categoria | di Giusy Cuccia

Vacanze studio: Parigi

parigiLa nostra inchiesta sulle vacanze studio si sposta nella mitica Parigi e Laura, studentessa in Lettere moderne, 24 anni, ci racconta la sua indimenticabile esperienza.

1) Quando sei stata in Francia? Esattamente dove?

La mia vacanza studio si è svolta a Parigi dal 28 luglio al 1 settembre 2008. Io e le mie colleghe siamo partite qualche giorno prima per iscriverci ai corsi della Sorbonne e organizzare il nostro soggiorno nella capitale francese.

2) Perché hai deciso di fare una vacanza studio?

Ho sempre sognato di trascorrere un periodo più o meno lungo all’estero (in particolare a Parigi) per migliorare la lingua e mettermi alla prova da un punto di vista umano e linguistico. L’occasione mi si è presentata inaspettatamente e l’ho colta al volo.

3) Pensi che ti sia servita a livello umano e professionale?

È stata un’esperienza che mi ha arricchito da un punto di vista culturale ma soprattutto umano. Stare a contatto con gente proveniente da tutte le parti del mondo è un’occasione di confronto e di crescita. Si ha l’opportunità di riscoprire ” l’altro”, diverso da te per cultura e tradizione e di abbattere schemi mentali entro cui si è imprigionati, volontariamente o involontariamente.

4) Come interagivi con gli altri studenti e con la gente del posto?

Interagire con i miei compagni di classe è stato facile. Ci trovavamo tutti nella stessa situazione: una città immensa, una lingua inizialmente difficile da capire, il confronto con gli insegnanti. Si è subito creata una grande solidarietà tra noi che presto si è tramutata in affetto e stima reciproca. Decisamente più difficile interagire con i Parigini: più volte siamo stati oggetto di derisione a causa del nostro accento straniero ma nel complesso ce la siamo cavata.

5) Com’è la vita nella mitica Paris?

Parigi, Parigi!!! Trascorrervi un mese è stato come vivere un sogno meraviglioso ma credo che la realtà quotidiana sia ben diversa, dura direi. La dimensione umana sfugge inevitabilmente, devi relazionarti attraverso una lingua che non è la tua e questo inizialmente può generare confusione e smarrimento. Tuttavia gli aspetti positivi sono maggiori di quelli negativi. Parigi è la città dei lumi tramandati nei secoli attraverso nuove forme. Il rigore cartesiano si riflette nell’ordine cittadino e nella scrupolosità degli uomini. Infine è la capitale della cultura: sempre all’avanguardia da un punto di vista artistico e letterario (gli ambiti che mi interessano particolarmente) dà la possibilità di accrescere le proprie conoscenze e aprirsi a nuovi orizzonti.

6) Raccontami un episodio che ti è rimasto impresso nella memoria.

Episodi ce ne sono tanti, ma quello che porterò sempre dentro di me è stato l’ultimo picnic con i compagni di classe al Jardin du Luxembourg. Dopo la consegna degli attestati abbiamo deciso di congedarci in quel luogo ameno promettendoci di non interrompere mai i rapporti. È stato un momento di grande commozione mista alla gioia dettata dalla consapevolezza di aver conosciuto persone davvero speciali.

7) Consiglieresti ai tuoi amici e agli altri studenti una vacanza studio? Perché?

Consiglio vivamente di fare un’esperienza del genere perché è un momento di confronto e di crescita, opportunità che non sempre si ha rimanendo ancorati alla propria dimensione territoriale.

Giuseppina Cuccia

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