Pubblicato il: 27 Ottobre, 2009

“Vivere a dispetto di ogni male”

vivere a dispetto di ogni maleIl titolo di questo pezzo è costituito da una delle più belle frasi che siano state dette e colui che l’ha pronunciata è Hans Scholl, membro de La Rosa Bianca. Fra il 1942 e il ’43 alcuni studenti della facoltà di medicina di Monaco distribuiscono volantini firmati “Rosa bianca” che incitano alla resistenza contro Hitler e chiedono libertà per il popolo tedesco. La storia di questi giovani è riportata in un libro scritto da Inge Scholl, sorella di due membri del gruppo, intitolato La Rosa Bianca e, dall’omonimo film. Innanzi tutto questi ragazzi formano un gruppo di amicizia molto profonda, punto di partenza per la lotta resistenziale: Alexander Schmorell, Sophie e Hans Scholl, Willi Graf, Kurt Huber, Chrisoph Probst e altri. il contesto storico in cui questi studenti si trovano ad agire è la vita dei giovani nella Germania nazionalsocialista, l’Università di Monaco, la guerra in Russia, un periodo di tirocinio come medici sul fronte orientale. Infine le lettere d’addio, che rendono evidente la possibilità di vivere in libertà anche in una condizione di estrema oppressione. Quello della Rosa Bianca è un raro episodio di resistenza tedesca al nazismo, una denuncia al regime.  Il potere di Hitler era indiscusso e il consenso massimo; l’università non faceva eccezione. Eppure gli studenti della Rosa Bianca non hanno aspettato che crollasse il regime per muoversi. Sapevano cosa rischiavano e una volta scoperti hanno pagato con la vita. Allora perché hanno agito cosi? Cosa intendevano per libertà? Da cosa erano sostenuti? Spesso, per capire, le cose devono riguardarci, la storia con i suoi morti e i suoi eroi ci sembra lontana ed estranea. Quindi da dove veniva il coraggio di questi ragazzi? L’educazione alla libertà data dalle famiglie, fece nascere in loro uno spontaneo senso di rivolta, per esempio, infatti, il padre di Hans e Sophie, recitava ogni mattina alcuni versi di una poesia di Goethe:

Beherzigung
Sempre resistere

Alle forze contrarie;
non piegarsi mai,
mostrarsi saldi
evoca l’aiuto
delle divinità …

Nascono cosi dei contatti, delle amicizie tra ragazzi molto diversi con in comune lo stesso bisogno di dare un senso alla libertà, alla vita, alla morte. ( “Sceglierei comunque di morire perché ho compiuto il senso della mia vita” Alexander Schmorell).

Oggi siamo in un momento storico che per certi aspetti è peggio del nazismo: siamo in un’epoca assolutamente conformista, nel modo di pensare e nel modo di essere: ed è molto grave in quanto meno evidente. Il conformismo di oggi è prodotto da un’idea essenziale: che la realtà sia un gioco, uno scontro di opinioni su cui il relativismo impera sovrano, cosi che la realtà non esiste. C’è la libertà d’opinione ma non c’è la libertà di vivere. Oggi nessuno può arrogarsi il diritto di dire cos’è l’amore, cos’è l’amicizia o cos’è la giustizia: ognuno è libero di esprimere la propria opinione così che l’amore, l’amicizia, la giustizia, saranno ciò che pensa la maggioranza o nulla di certo. Come ci si può opporre a questa omologazione cosi insidiosa e subdola? Il segreto sta nell’avere un ideale e avere un ideale non significa avere un’opinione a proposito di qualcosa. Avere un ideale significa non tacere di se stessi, non censurare il cuore, non sopprimere l’esigenza della verità e della giustizia. I ragazzi della Rosa Bianca hanno avuto la fortuna di incontrarsi e di poter coltivare questo credo. Ma l’ideale è oggettivo o soggettivo? Giacomo Leopardi semplicemente diceva: “C’è un sentimento del vero che se tu non provi, non c’è.”

Elena Minissale

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