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Zammù o non Zammù

Aule, lezioni, professori, esami, corridoi, bacheche, libretti. Queste le parole più frequenti con le quali ogni studente universitario deve fare i conti ogni giorno. Se poi questo studente è una matricola l’affare si complica e di tanto. Cosa fare? Dove andare? Chi ascoltare? L’università di Catania offre alla matricola confusa mille strade da percorrere per giungere alle risposte e imboccare la retta via. Una di queste è Radio Zammù. Figlia del medialab della facoltà di Lingue e Letterature Straniere, la web-radio offre informazione universitaria, scandita da musica e intrattenimento, per quasi 12 ore al giorno. Rock, notizie, discussioni su giovani tematiche, sono un mix che rende radio Zammù uno dei mezzi più efficaci a chiarire il ruolo dell’università: non un laureificio, ma un punto di riferimento per lo studente nel pieno della crescita culturale. Ad oggi 60 ragazzi, provenienti da facoltà umanistiche ma anche scientifiche, si impegnano affinchè dall’aula 24 del Monastero dei Benedettini, ogni giorno parta un’onda, sulla quale lunghezza si trovano in perfetto equilibrio professori,studenti,dottorandi e presidi. La radio tesse nel tempo una larga rete di connessioni, contatti e collaborazioni con l’ambiente culturale catanese, dal quale riceve costanti appoggi e gratificazioni. E cresce, Radio Zammù: le parole si fermano sulle pagine di “Zammù Notizie”, testata diretta dal giornalista professionista Gianluca Reale , e col progetto “Il Linceo” del Ministero dell’Istruzione, nel maggio del 2007 ottiene i finanziamenti necessari per allargare il suo campo d’azione, uscire fuori dai pc ed entrare nelle radio: riceve, da Radio Amore, la possibilità di trasmettere sulla frequenza 101 fm e si avvale dell’aiuto del direttore artistico Ubaldo Ferrini per affinare le tecniche di messa in onda e lo stile radiofonico.  Stampa, internet, radio. Cos’altro vuole Radio Zammù? La televisione. Domenica 11 gennaio 2009 interviene in diretta nel programma in prima serata “Che tempo che fa” condotto da Fabio Fazio, su un seguitissimo special sulla vita e l’opera musicale di Fabrizio De Andrè. Una radio, dunque, in costante evoluzione e in continua corsa verso un livello superiore. Sul territorio nazionale, le radio universitarie sono molte e molto poco valorizzate dai piani alti dell’Istruzione. La radio dell’Ateneo catanese questo lo sa e organizza il primo FRU (Festival delle Radio Universitarie), per dare voce, spazio e luce alle altre realtà  a lei analoghe, nate delle Università Italiane. Radio Zammù,-che prende il nome dalla bibita all’anice venduta nei chioschi catanesi-esula dal semplice ruolo radiofonico, e diviene un’istituzione, una zona franca in cui studenti e Università si incontrano e si parlano, un microfono per le voci bianche che approdano all’ambiente universitario quasi prive di rotta  e un efficace strumento di diffusione letteraria e musicale. Mi porge la sua mano sinistra, Radio Zammù, e gliela leggo. La linea della fortuna si interrompe bruscamente in un punto, in una data: 31 dicembre 2008. Il progetto “il Linceo” si chiude e la radio adesso non ha più i fondi necessari per proseguire nel suo operato. Come si prospetta dunque il futuro? La radio continuerà ad esistere? I professori continueranno a sentirla venendo a fare lezione, la mattina, imbottigliati nel traffico catanese? E le matricole, torneranno a perdersi per strada? Nella redazione dell’aula 24 mi risponde ottimista Giorgio Pennisi :”noi crediamo nell’appoggio dei nostri ascoltatori e di tutti coloro che ci hanno seguito nella crescita della radio e speriamo che qualcuno ci contatti al più presto per far sì che il lavoro di questi anni possa essere confermato nel futuro. ” Loro, i 60 ragazzi della Radio lanciano un monito, sul sito www.radiozammu.it [1]: NON SPEGNETECI I MICROFONI. Io sto ascoltando Radio Zammù, in onda a microfoni accesi . Vorrei farlo ancora per un po’. E voi?

Valentina Oliveri