1901 – Il Tricolore ai Diavoli – I^ parte
Premessa
Il quarto campionato di calcio della storia non registra grossi cambiamenti, le squadre sono sempre cinque, il grande assente sarà il Football Club Torinese, che rivedremo negli anni successivi, e farà la sua apparizione nelle fasi finali del torneo, l’Unione Sportiva Mediolanum, seconda squadra di Milano che contenderà l’accesso alle fasi successivi al Milan di Kilpin, che entrerà definitivamente nella storia per aver interrotto l’egemonia del Grifone.
La Belle Epoque
Siamo ancora ben lontani dall’idea sociale che il Foot-ball rappresenta in Inghilterra. In terra britannica il calcio è fondamentalmente lo sport del popolo, dei ceti medio-bassi che contendono all’Upper Class le sfere dell’interesse nazionale. In Italia, il calcio è ancora lo sport dei nobili, uno sport per pochi sia per chi lo pratica che per gli appassionati intenti a seguire i primi match agonistici. Del resto, come si evince dalle cronache dell’epoca, i giocatori di calcio potevano permettersi di entrare in campo con abiti utilizzabili anche per le uscite di tutti i giorni, potevano sgualcirli, strapparseli di dosso, sporcarli di fango senza avere il benché minimo problema a procurarsene degli altri. Dall’altro vi erano le difficoltà della classe operaia che a stento poteva permettersi un unico vestito da portare indosso ogni giorno tanto per non mostrare le proprie nudità. Non era insolito assistere a delle partite di foot-ball dove gli spettatori accorrevano con vestiti di gran moda: le signore in abito lungo e piume di struzzo, i signori in bombetta e papillon, come imponeva la Belle Epoque dei primi anni del XX secolo. Il calcio in Italia, nonostante l’assenza di regole, di allenamenti e di sponsor, era circondato da questo tipo di interesse ma i tempi non tarderanno a cambiare coinvolgendo ben presto anche le classi medio-basse. In campo invece ci andavano gli atleti che non disdegnavano gli abiti fini anche per le dure battaglie a cui andavano incontro durante i tornei di foot-ball. Era solito vederli con il cappello in testa, la camicia sbottonata al collo, lunghi calzoni fino al ginocchio agganciati con bretelle e c’è chi non disdegnava neanche la cravatta, per fare la propria bella presenza.
Le Partecipanti
Come già detto quest’anno il campionato vide contro cinque squadre: per l’area piemontese la Juventus incontrò i veterani del Ginnastica di Torino, mentre l’area lombarda vide lo scontro tra il Milan e i neo-partecipanti della Mediolanum. Per il Genoa, terza volta consecutiva detentore del titolo, c’era da aspettare il nome della squadra che avrebbe incontrato nella Finalissima di Ponte Carrega, vista la possibilità di giocare un’unica partita, come l’anno precedente, in qualità di campioni in carica. Il campionato si svolse dal 14 aprile al 5 maggio e per la prima volta fu introdotto il concetto di contemporaneità di un evento sportivo. Infatti nella fase eliminatoria, lo scontro Ginnastica di Torino-Juventus e la partita tra Milan e Mediolanum, seppur giocate in campi diversi, furono disputate lo stesso giorno che coincise con l’apertura dei giochi: il 14 aprile. Le cronache dell’epoca tendono a non dare risalto a questa situazione, probabilmente perché fu un caso e non si scelse di procedere volutamente in questa direzione oppure la scelta non fu determinata da una questione di regolarità, nello svolgimento delle partite, ma per pura comodità. Le due partite furono disputate rispettivamente, nel solito campo di Piazza d’armi a Torino per l’area piemontese e nel Trotter (arena civica), di Piazza Doria in Milano, per l’area lombarda. La finale, che avrebbe visto la detentrice del titolo scontrarsi con la vincente di una semifinale, che si disputò a Torino il 28 aprile, si tenne nel mitico Campo di Ponte Carrega, in terra ligure, proprio il 5 maggio che corrispose con la fine del torneo. La novità principale dunque risiedeva nella presenza di questa partita di mezzo (la semifinale) prima dell’accesso alla finale che doveva vedere contro le vincenti (area piemontese e lombarda) della fase eliminatoria.