Pubblicato il: 31 Luglio, 2017

1902 – Il ritorno del Genoa – I^ parte

Premessa

Il quinto campionato di calcio si distingue per l’aumento consistente delle partecipanti. Si arriva a otto squadre segnando un record storico che non si ripeterà più fino al 1909, anno in cui le partecipanti toccheranno quota nove. La formula dei gironi rimane pressoché invariata tranne per il fatto che, visto il numero delle squadre in corsa per il titolo, si volle dividere il girone piemontese, quello più corposo, in diverse giornate prevedendo per la prima volta una sorta di calendario arcaico.

Calcio e società

OperaiL’Italia, ormai da qualche anno viveva di un intenso sviluppo economico. Quasi tutti i settori socio-economici erano in forte ripresa rispetto alla crisi che il paese aveva attraversato dopo i flagellanti conflitti interni del XIX secolo; dunque anche lo sport beneficiò di questa aria ottimistica che si respirava nella nazione. Il calcio, nonostante la partecipazione e l’agonismo crescevano di anno in anno, non si scrollò di dosso alcune etichette canoniche. Infatti anche se era praticato da atleti provenienti dalle classi meno abbienti, eccezion fatta per alcuni fondatori di società storiche, il pubblico rimaneva quello benestante della società “per bene”. Per diventare sport popolare bisognerà attendere, ancora, diversi anni nel frattempo gli spettatori alle partite diventavano sempre più numerosi. Un’altra sensibile differenza con quello che si verificherà negli anni successivi fu la presenza di calciatori stranieri tra le fila delle società. In questo periodo, nonostante il torneo sia svolto in Italia e fu definito “Campionato Italiano” a tutti gli effetti, gli stranieri presenti erano in misura largamente superiore rispetto agli atleti italiani. C’erano formazioni dove i giocatori italiani, che scendevano in campo come titolari, non supervano le due unità, in taluni casi solo un giocatore italiano veniva schierato in campo. Tempi ormai lontanissimi che la dicono lunga sulla storia di questo sport e sulla matrice fortemente elvetico-britannica che si registrò fino alla prima sensazionale riforma del campionato adottata e fortemente voluta dalla F.I.F. (Federazione Italiana Football), non senza accese polemiche, a partire dal campionato del 1908.

Il primo forfait

Porto di GenovaA guastare in parte l’aria festosa che si respirava e la buona riuscita del torneo fu il primo forfait della storia che si registra nella manifestazione italiana calcistica per eccellenza. Infatti la Ginnastica di Torino, squadra sempre presente e veterana del torneo, dopo la gara di esordio, datata 2 marzo 1902, disputata e persa nella città piemontese contro l’esordiente Audace Torino, la società decide di ritirarsi dalla manifestazione e sciogliere definitivamente il sodalizio riservato al football. E’ il primo grande ritiro di una squadra a campionato iniziato e dopo un incontro. La cocente sconfitta subita, ricordiamo il risultato che fu di 5-2 per l’Audace, e i continui dissidi interni dettati da problemi finanziari e difficoltà gestionali, spingono i soci del Ginnastica a porre fine alla propria parentesi calcistica. Nonostante questo forfait la manifestazione non subisce rivoluzioni. La F.I.F. decise di assegnare la vittoria per 1-0 a tavolino nei restanti scontri diretti che dovevano vedere impegnata la Ginnastica di Torino contro rispettivamente F.C. Torinese e Juventus, che ebbero assegnati tre punti in classifica senza bisogno di scendere in campo. Fu questa la prima volta che si sentì parlare di vittoria decisa al di fuori del gioco vero e proprio. Il minimo scarto di reti voleva significare il fatto di non dare troppo peso al risultato in sé stesso ma semplicemente la necessità di avere un vincitore. Tale interpretazione non era comunque nuova nel mondo dello sport. Oltre che in Inghilterra dove si era resa necessaria sia per fatti extracalcistici che per necessità dell’ultimo momento, anche in altri paesi compresa l’Italia e per altre discipline si configurò più volte la figura del forfait, determinata anche da fattori riguardanti lo stato di salute come per esempio accadeva nelle partire di tennis quando l’avversario doveva lasciare il campo per abbandono. Il campionato fu così portato a compimento regolarmente fino alla fase finale.

Girolamo Ferlito

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