1906 – Milan campione ma il calcio rischia l’estinzione – II^ parte
Cinque squadre si contesero il titolo del 1906. Una fase eliminatoria regionale precedette il girone finale che per il secondo anno assegnò lo scudetto mediante una classifica finale.
Il 1906, come detto in precedenza, fu un anno particolarmente turbolento. Si verificarono parecchi disordini fuori e dentro i campi da gioco e fu necessario uno spareggio finale per assegnare il titolo. Nel girone ligure il Genoa si scontrò, in una partita di andata e ritorno, con l’Andrea Doria vincendo rispettivamente 3-1 in casa e 1-0 sul campo dei rivali. Nel girone lombardo il Milan superò la U.S. Milanese con i risultati di 4-3 e 2-1, accedendo al girone finale. In quello piemontese, essendo la Juventus l’unica iscritta, non si disputarono incontri e i bianconeri passarono automaticamente al girone finale. Fu questo un girone assai aspro e combattuto: A Genova la Juventus e i padroni di casa conclusero la prima partità in parità; il risultato fu di 1-1. Stessa sorte capitò ai grifoni con il Milan. A Ponte Carrega i rossoblu furono costretti al 2-2 finale dai rossoneri di Kilpin. A Torino invece la Juventus sconfisse il Milan con il risultato di 2-1. I problemi giunsero quando la Juventus dovette vedersela a Torino, nella gara di ritorno contro il Genoa. Come nell’anno precedente a causa della forte tensione tra le squadre l’arbitro fu costretto a sospendere l’incontro, quando il risultato era sul 1-0 per i padroni di casa. La partita fu ripetuta in campo neutro, a Milano, per evitare il ripetersi delle invasioni di campo. Questa volta la Juventus sconfisse il Genoa per 2-0. Le polemiche non finirono qui: i grifoni, la settimana successiva, non si presentarono all’appuntamento con il Milan, sempre a Milano, per la gara di ritorno. Questo comportò la sconfitta a tavolino e di conseguenza l’assegnazione della vittoria, per 2-0, ai padroni di casa. L’ultima partita disputata, ai fini della classifica, fu quella di Milano tra Milan e Juventus. Ai bianconeri sarebbe bastato il pareggio per aggiudicarsi il secondo titolo consecutivo, ma il Milan sconfisse la Juventus per 1-0, appaiandosi a pari merito con i bianconeri, con cinque punti in classifica. All’epoca la classifica avulsa non esisteva e occorreva dunque disputare un incontro di spareggio per l’assegnazione del titolo. Fu scelto il campo di Torino, vista il numero di reti all’attivo realizzato dalle due squadre (La Juventus finì a cinque punti con 5 reti all’attivo, il Milan con 4, escludendo le reti assegnate per rinuncia). La partita di Torino si concluse con il risultato di 0-0. A termine di regolamento la ripetizione dello spareggio doveva svolgersi in campo neutro. La Federazione, per l’incontro decisivo, assegnò il campo dell’U.S. Milanese. Questa decisione indispettì la società bianconera che non si presentò alla partita. Così il 6 maggio, in un contesto surreale e senza precedenti storici, il Milan si vide assegnare il secondo titolo della storia, questa volta per abbandono, con il risultato di 2-0.
Le partite
Girone Ligure
7/1 Genoa – Andrea Doria = 3-1
14/1 Andrea Doria – Genoa = 0-1
Girone Lombardo
7/1 Milan – U.S. Milanese = 4-3
14/1 U.S. Milanese – Milan = 1-2
Girone Piemontese
Juventus unica iscritta
Girone Finale
27/1 Genoa – Juventus = 1-1
4/3 Genoa – Milan = 2-2
11/3 Juventus – Milan = 2-1
18/3 Juventus – Genoa = 1-0 (sospesa)
1/4 Juventus – Genoa (giocata a Milano) = 2-0
8/4 Milan – Genoa = 2-0 (rinuncia)
22/4 Milan – Juventus = 1-0
Classifica
Juventus pt. 5 (reti all’attivo 5)
Milan pt. 5 (reti all’attivo 4)*
Genoa pt. 2
* furono escluse le reti assegnate per rinuncia
Spareggio
29/4 Juventus – Milan = 0-0
(L’incontro fu giocato a Torino per via della differenza reti. Visto il pareggio la Federazione decise di disputare la ripetizione sul campo neutro dell’U.S. Milanese. La Juventus per protesta non si presentò. Lo scudetto fu assegnato al Milan per abbandono)
6/5 Milan – Juventus = 2-0 (rinuncia)
La squadra campione
i nomi non corrispondono all’ordine fotografico
Trerè II; Kilpin, Meschia; Bosshard,
Giger, Heuberger; Pedroni I; Rizzi,
Colombo G., Widmer, Trerè I.
Curiosità
Non sempre i colori sociali di una società vengono scelti attraverso storie araldiche, simboli o scaramanzie di sorta. Ci sono delle volte in cui la scelta è del tutto casuale. Un errore, una dimenticanza, una scelta dettata delle volte dalla pigrizia. In tal senso la storia ci racconta alcuni dei casi più eclatanti. Tra i più singolari vale la pena citare quello della Juventus che rinunciò ai colori originali, il rosanero, per accettare un regalo proveniente dall’Inghilterra: uno stock di maglie bianconere. Molto particolare invece fu la scelta definitiva dei colori sociali, fatta dal Palermo. Nel 1898 quando fu fondata la società con il nome di Anglo Panormitan Football Club, i colori indossati furono il rossoblu, dedicati al Portsmouth (società militante nel campionato inglese). Una lavata dietro l’altra e i colori finirono per scolorire; il rosso diventò rosa e il blu assunse una tonalità di grigio. Seguirono una serie di approssimazioni e adattamenti vari fino ad arrivare al rosanero adottato fino ai giorni nostri dalla società siciliana, che nel frattempo aveva assunto il nome di Palermo Football and Cricket Club.
Eventi storici
Il 1906 fu l’anno dei primi Nobel italiani della storia. Furono assegnati a Giosuè Carducci per la letteratura e a Camillo Golgi per la medicina. Il 29 maggio iniziò il terzo governo Giolitti. Sempre nel 1906 a Torino nacque la società automobilistica di Vincenzo Lancia. Il 9 ottobre, durante un congresso socialista, venne discussa per la prima volta la necessità di estendere il voto alle donne. Il 18 aprile un devastante terremoto colpì la città di San Francisco, negli Stati Uniti d’America.
Fonti
- Enciclopedia dello Sport – Treccani.
- Almanacco illustrato del calcio – Panini.
- Campioni & Campionato 90/91 – De Agostini.
- Calcio 1898-2007 Storia dello Sport che ha fatto L’Italia – J.Foot – Ed. Rizzoli Storica.
Girolamo Ferlito