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1909 – Non Football ma Calcio – I^ parte

La quiete dopo la tempesta. La F.I.F. optò per la linea diplomatica e riammise gli stranieri in campo. Il campionato acquistò nuovi significati molto più vicini alle idee nazionalistiche.

La Federazione cambiò il nome in F.I.G.C. (Federazione Italiana Giuoco Calcio) e venne adottato un nuovo regolamento. Le squadre iscritte raggiunsero quota nove e fu necessario organizzare il campionato in turni eliminatori interregionali. Tra le nove compagini bisogna segnalare il Venezia che fu la prima squadra a rappresentare il Veneto; segnale che questo sport stava cominciando ad allargare i propri confini investendo tutta la nazione. Inoltre, nonostante l’anno prima l’impronta nazionalista aveva lasciato il segno, fu in effetti, nel campionato del 1909 che si optò per un nome tutto italiano. Così dal britannico “Foot-ball” si passò al nostrano “Calcio”, termine che raccolse sin da subito parecchi consensi. Fu ancora una volta la Pro Vercelli ad aggiudicarsi il torneo, elevando il proprio ruolo da matricola a protagonista.

Il Tifo

Durante la finale di andata del 1909 tra Pro Vercelli e U.S. Milanese spiccò, per la prima volta,  una nutrita presenza di sostenitori tra il pubblico di casa con un fare particolarmente partecipe. In effetti non si trattava di “semplici” spettatori. Questo gruppo incitava in maniera costante e veemente la propria squadra. Il frastuono creato dalla loro presenza era una spinta in più per le “casacche bianche“; inoltre, tale partecipazione, creava un “certo” clima ostile nei confronti degli ospiti. Queste furono le prime testimonianze ufficiali di vero e proprio tifo durante una gara del campionato italiano. Un’intera cittadina, Vercelli, impazzì per le gesta dei propri beniamini. Cominciarono a formarsi le prime aggregazioni e i primi slogan. Ad alimentare l’entusiasmo fu il bis ottenuto in campionato dalla Pro Vercelli, che impartiva lezioni di calcio a chiunque incontrava sulla propria strada. Purtroppo da lì a pochi anni, il tifo comincerà a far sentire la propria presenza utilizzando metodi non sempre leciti e fu per lo più monopolizzato e strumentalizzato da fazioni politiche per creare disordini e malumori. Dal tifo sano, e dalla naturale voglia di vedere la propria squadra in campo,  si passò subito allo “sfogo domenicale“, alla rissa, alle invettive contro avversari, arbitro e giocatori per poi arrivare alle tragedie più note. Tra tutti non si può non menzionare la notte di Coppa dei Campioni all’Heysel di Bruxelles, dove persero la vita circa 39 persone. La partita era Liverpool-Juventus, la furia cieca era quella degli Hooligan che costò alle squadre inglesi una squalifica dalle coppe per la durata di tre anni. L’Inghilterra, nonostante la partita fu giocata in Belgio, adottò per i suoi stadi misure più severe e qualcosa cambiò. Quella che non è cambiata affatto è la mentalità, specie in Italia, dove gli episodi di violenza restano all’ordine del giorno.

Nuove squadre all’orizzonte

L’edizione del 1909 presentò all’appello un numero importante di partecipanti. Tornarono in campo le “solite note“, che ricucirono i rapporti con la F.I.G.C. Fu l’anno degli esordi. Per la prima volta nella storia si presentò come iscritta una squadra non appartenente all’asse Liguria-Lombardia-Piemonte. Era il Venezia, unica società iscritta a rappresentare il girone veneto. Il 1909 fu anche l’anno di esordio di un’altra società sportiva, destinata a un posto di riguardo nell’Olimpo del calcio: l’Internazionale. Nel 1908, dopo le decisioni prese dalla F.I.F. e la conseguente esclusione del Milan dal campionato, in seno alla società lombarda si crearono dei dissapori. Le proteste e i punti di vista completamente diversi che si erano creati dopo la scelta di escludere  gli stranieri, portano ad una scissione interna. I “ribelli” capeggiati dal pittore Giorgio Muggiani,  si incontrarono al ristorante di Milano “L’Orologio“, dove fondarono L’Internazionale Football Club (meglio nota come “Inter”). Il nome scelto fu chiaramente provocatorio. La squadra doveva andare contro corrente, presentare in campo una squadra multinazionale e il primo “undici titolare” schierato in campo ne dimostrò sin da subito il manifesto: 8 svizzeri su 11 titolari. L’Internazionale ottenne sin dai “primi vagiti” importanti successi proprio contro i “cugini” del Milan, dando vita a stracittadine memorabili, riuscendo perfino, e dopo soli due anni di nascita, a conquistare il primo titolo della storia.

Girolamo Ferlito