Pubblicato il: 6 Ottobre, 2009

2012: non è mai troppo tardi

2012 non è mai troppo tardiAvete presente il canovaccio di avventure che Nicholson e Freeman decidono di vivere in punto di morte in Non è Mai troppo tardi (Rob Reiner, 2007)? Ecco. Pensate però di doverlo programmare da giovani e da sani. La prospettiva non è molto allettante. Eppure (ci si) tocca. Una profezia Maya, la storia la sappiamo tutti. Forse non sappiamo il perché. Il calendario Maya era decisamente differente dal nostro. Gli anni si distinguevano in un ciclo breve di 260 giorni – il Tzokkin – e uno lungo di 365 – Haab. Inutile dire che fosse molto più difficile, ma anche molto più preciso del nostro sistema. Si, perché la logica di enumerazione non andava ad accumulo, bensì seguendo logiche di numerazione progressiva dei giorni in un sistema posizionale di natura mista in base 13, 18, 20. Secondo i Maya ogni ciclo di tale enumerazione corrispondeva ad un’era del mondo. Il passaggio – giusto per essere originali – segnato da catastrofi e distruzioni. Fortunatamente i cicli sono molto lunghi, quello in corso è iniziato il 3114 a.C. Sfortunatamente il nuovo ciclo inizierà il 22 dicembre del 2012. Dopo il fallimento del mille e non più mille, proviamo a cifra raddoppiata con un numero sufficientemente evocativo. Il ciclo delle paranoie è sempre piazzabile nel mercato. Stessa cosa per le profezie. L’ultima in voga era quella del 27, ne abbiamo fatto un film – ovviamente terribile – e legato un po’ di morti di personaggi più o meno famosi pescati nel mucchio. Qui però a far peso è il Codice di Dresda, uno dei tre codici Maya sopravvissuti alla conquista spagnola, risalente al XI o XII secolo. Eclissi, rivoluzioni di Venere, riti religiosi. In un vademecum di 70 pagine per il santone fai da te. Ultima pagina una simpatica rappresentazione dell’acqua che distrugge il globo. Gli ecologisti gridano al global warming. Quelli che vogliono proprio alzare il tiro vaneggiano sul potere distruttivo di un quinto elemento in lavorazione nelle raffinerie nano tecnologiche del Large Hadron Collider a Ginevra. Guardacaso il progetto dovrebbe iniziare nel 2012. Ma a preoccupare non è tanto l’alluvione o una distruzione più o meno rapida del globo. Volete mettere una lenta eutanasia psicotica alimentata dai vari Emmerich, Giacobbo e Ryan Carrassi. Un libro, un film e un DVD. L’ultimo in realtà solo un pretesto commerciale, lì si muore di noia durante la visione con discreto anticipo sul D day. L’americanissimo teutonico padre putativo delle catastrofi sul grande schermo invece non poteva saltare l’appuntamento. Se non ci sono riusciti lucertoloni preistorici e alieni, e nemmeno la forza della natura in The day After Tomorrow, ecco l’aiuto del misticismo. Di Giacobbo nemmeno da dire. Per ingannare l’attesa consiglio il testamento su internet. Magari ne esce anche un nuovo format tipo The Club.

Luca Colnaghi

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