Pubblicato il: 7 Aprile, 2009

6 aprile. L’Italia trema

6-aprile6 aprile 2009 ore 3.28: ora in cui il tempo si è fermato ieri notte. Il destino ha scelto un orario beffardo per far tremare la terra; orario in cui il mondo si riposa e l’Abruzzo intero con lui. Tanti sono scappati in pigiama tra le lacrime, tanti si sono messi in salvo nonostante la loro casa vomitasse su se stessa le proprie polveri e macerie. Tanti, troppi non hanno smesso di dormire e sono rimasti per sempre intrappolati nei loro letti. Una tragedia immane. Qualcuno dice preannunicata, qualcuno dice imprevedibile. Il numero dei dispersi e dei morti cresce con lo scorrere delle ore e a sera inoltrata il bilancio non ancora definitivo è di 1500 feriti e 500 morti. Una Nazione devastata dal dolore che però non si è persa d’animo ed è stata vincitrice assoluta nella gara di solidarietà, tra volenterosi donatori di sangue e formidabili vigili del fuoco partiti al mattino da quasi tutta Italia. Epicentro a l’Aquila, danni incredibili, comuni limitrofi devastati se non completamente annientati e nelle ultime ore a complicare il tutto, come beffarde risate maligne, i tuoni e la pioggia stanno flagellando questa zona di sfollati…per lo meno la grandinata del pomeriggio non è durata molto. Ora è il tempo di riflettere sul perchè di tanto orrore forse evitabile. Da sempre si sa infatti che quella in questione è una zona sismica a rischio; da Dicembre si avvertivano scosse regolari e, come sempre, anche in questa occasione l’Italia ha preferito aspettare e posticipare qualsiasi azione preventiva. L’amore per la storia porta tanti a rispettare mura antiche secoli e secoli, ma qui si parla di centinaia di vittime e se non si farà qualcosa, in futuro ce ne saranno altre. C’è bisogno di costruzioni nuove come quelle che costellano il territorio giapponese, capaci di reggere le scosse sismiche. Rispettando i monumenti, all’ombra dei quali lì però dovrebbe essere sconsigliato vivere, è davvero necessario abbattere le vecchie abitazioni che sono sopravvissute e ricostruire con materiali più resistenti le zone più a rischio. L’amore per l’antico è cosa buona e giusta…ma qui si rischia che le vestigia del passato diventino solo attualissime portatrici di morte.

Eleonora Tosco

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