Addio a Michael Jackson: The King of Pop
Cosa accade quando in un unico individuo si fondono una voce intensa, un geniale compositore, un bambino prodigio, un grande cantautore, un uomo sensibile ed un talento unico? Semplice: Michael Jackson. Non ci sono altri casi nella storia della musica in cui un uomo, un artista, sia riuscito a diventare un mito come lo è stato lui per il mondo. Oggi la sua morte avvenuta a causa di un infarto, che lo ha colpito all’età di cinquant’anni lo scorso 25 giugno alle 14:26 (ora locale di Los Angeles, le 23:26 in Italia), ha sconvolto il mondo, intasato migliaia di siti internet e fatto scendere in strada milioni di fans che adesso piangono per la sua scomparsa. Nato il 29 agosto 1958, Michael era il settimo figlio dei musicisti Katherine e Joseph Jackson ed iniziò la sua carriera alla tenera età di cinque anni, esibendosi in diversi bar e locali insieme al gruppo fondato con i suoi fratelli: i Jackson Five. Dopo aver firmato un contratto con la casa discografica della Motown Records nel 1968 il successo per lui arrivò nei primi anni 70’con le hit di “Got to Be There “ e “Music & Me”. Lasciata la Motown, non senza polemiche, nel 1976 i Jackson Five firmano un altro contratto con la CBS Records e dopo poco tempo il giovane Michael lascia il gruppo per intraprendere la carriera da solista. Ha inizio così la lunga collaborazione con il grande musicista Quincy Jones che frutterà, primo tra tutti, il successo dell’album “Off the Wall”, del 1979, che vede la partecipazione di nomi illustri quali Stevie Wonder e Paul McCartney. Nacque così il fenomeno, il primo artista nero che s’impose sulla musica dei bianchi. Ma è nel 1982 che Michael Jackson entra
definitivamente nella storia incidendo “Thriller”, che ancora oggi resta l’album più venduto nella storia con oltre 109 milioni di copie vendute e 28 dischi di platino, e a cui segue l’omonimo video diretto dal regista John Landis, il primo di un artista afroamericano ad essere trasmesso su MTV. Seguirono, nel 1985, il singolo ed il video di “We Are the World”, trasmesso in contemporanea da più di 5.000 stazioni radio, scritto da Michael insieme a Lionel Richie per il progetto “USA for Africa”, campagna umanitaria che aveva lo scopo di raccogliere fondi per i poveri dell’Etiopia. A questi seguirono gli innumerevoli successi degli album di “Bad” nel 1987, “Dangerous” nel 1991, “HIStory” nel 1995 e “Invincible” del 2001, ma anche di film come “Captain EO”, “Moonwalker” e “Ghosts”. Martin Scorzese, George Lucas e Francis Ford Coppola sono solo alcuni dei grandi nomi che hanno collaborato con il “Re del Pop”, così come lo definiva la gente. Negli ultimi anni la sua vita, sempre sotto i riflettori, aveva visto non poche tempeste come le accuse di violenza sessuale, risolte con una totale assoluzione, la bancarotta o le rinnovate polemiche sul colore della sua pelle. Ma questo non era bastato a fermare Michael che aveva programmato di ritornare a calcare le scene con un tour londinese che gli avrebbe permesso di salutare i suoi fans. Questa volta però la fortuna non è stata dalla sua e l’artista lascia, come orfani, milioni di fans che danno l’ultimo saluto alla più grande Popstar di tutti i tempi. Ciò che resta è la sua musica, piena di amore per la terra e per il prossimo, che come un orologio magico scandisce i ricordi del nostro passato, fatto di innumerevoli istanti trascorsi dinnanzi ad una radio per ascoltare quella che in fondo è stata, e sarà ancora per i molti dopo di noi, la colonna sonora della nostra vita.
Greta Montesano