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Addio ai trasporti urbani gratuiti

Qualche mese fa, vi parlammo della lodevole iniziativa [1] del Comune di Benevento di rendere gratuito il trasporto urbano, provando così a dare una sterzata positiva all’intero sistema. Oggi, a distanza di 9 mesi, ci tocca costatare che quella proposta, che tanto rilievo mediatico ha avuto, è finita nel dimenticatoio. La Giunta Comunale ha infatti considerato troppo onerosa l’iniziativa e ha preferito lasciar perdere: i costi erano stati stimati in 600 mila euro annui, cifra che al momento dell’approvazione veniva considerata ampiamente alla portata delle casse comunali; una previsione evidentemente sbagliata visto che la proposta non è stata mai deliberata. Erano tre i requisiti che l’amministrazione vantava di avere, convinta di riuscire a portare a termine tale progetto: coraggio, responsabilità e capacità di iniziativa. Qualità improvvisamente evaporate? Questa situazione non fa altro che contribuire ad acuire la rabbia dei pendolari sanniti, già costretti ad affrontare annosi problemi, come ad esempio la situazione del terminal degli autobus oppure i ritardi causati da un traffico cittadino eccessivamente congestionato, degno delle più grandi metropoli. «È incredibile lo stato in cui si trova il terminal – ci racconta Vincenzo, studente dell’istituto industriale – tre mesi fa sono terminati i lavori di riqualificazione, ma non è cambiato un bel niente. Sono stati installati i bagni chimici, ma sono chiusi con un lucchetto; non è stata messa una sola panchina dove potersi sedere e aspettare l’arrivo degli autobus. Ma la vera apoteosi si ha quando piove: il terminal diventa un vero e proprio lago e non c’è una copertura per potersi riparare dalla pioggia». Gli fa eco Andrea, altro studente proveniente da un paesino della provincia beneventana: «Proprio il mese scorso, sono stati acquistati otto autobus nuovi per il trasporto pubblico. Per carità, non sono contrario a questa scelta, però consiglierei di non lasciare i lavori a metà prima di intraprendere altre strade, come è stato fatto con il terminal che è stato solo abbellito e non ristrutturato». D’altra parte però non mancano neanche i disagi per autisti e controllori costretti sempre più spesso a scontrarsi con la maleducazione dei ragazzini: «Ogni santo giorno ci aspetta una guerra – ci racconta un autista di una ditta che si occupa del trasporto in provincia – perché ci troviamo di fronte a situazioni paradossali. I giovani di oggi sono ineducati, non hanno rispetto né di ciò che hanno né di chi lavora per il loro bene. È proprio un segno di inciviltà perché non si possono distruggere le tendine o attaccare i loro disgustosi chewing-gum ai sedili; ma è anche una questione di scarsa intelligenza, perché su quegli stessi sedili sono loro a sedersi».

Massimiliano Mogavero