Adolescenti: lo “sballo” degli psicofarmaci
Tranquillanti, sedativi, eccitanti: sono queste solo alcune delle innumerevoli categorie di psicofarmaci ed antidepressivi che vengono consumate dal 10% dei sedicenni italiani. Ma non è tutto: la percentuale sale ad uno spaventoso 16% nel caso si analizzino gli studenti tra i diciotto ed i diciannove anni. È forse in aumento il numero di patologie psicologiche nelle fasce più giovani tra la popolazione? Pare proprio di no: i dati non si riferiscono a farmaci prescritti da un medico, ma bensì presi autonomamente in situazioni che non presentano sintomi tali da giustificarne l’assunzione. La ricetta è fai-da-te: basta qualche pillolina rubata dall’armadietto di famiglia, due o tre amici, la voglia di sballarsi e, ancora meglio, una bella bottiglia d’alcool. D’altronde, se la droga è illegale i farmaci non lo sono, ed i ragazzi sanno perfettamente quali effetti le magiche pillole rubate alla nonna o allo zio possano dare. Una moda non solo italiana, ma europea: ma certo è che i nostri ragazzi si sono classificati quarti rispetto agli altri consumatori del continente. A fare maggior uso di farmaci, poi, sono risultate le ragazze con un bel 13%, mentre i ragazzi sono fermi al 7%. Gli effetti sui loro fisici, però, possono essere devastanti: le pillole in sé sono abbastanza tranquille e non vanno a compromettere seriamente le funzioni del nostro corpo, ma due o tre di queste accompagnate ad un alcolico possono creare, invece, problemi seri e non prevedibili al sistema cardio-circolatorio e polmonare.
Di fronte a tutto ciò, sembra quasi ironico pensare a cosa sono i giovani d’oggi siano disposti a fare per cercare di “movimentare” una serata noiosa: la droga, lo sballo, lo stato confusionale in cui ci si ovatta pur di non avvertire le fatiche ed i dolori del mondo esterno sono oramai diventati qualcosa di abituale, la ricetta segreta per la nottata perfetta. Non basta più uscire con gli amici, mangiare una pizza, guardare un film, ballare: bisogna poter dire che si è provato tutto e che non si ha paura di niente, neanche quando poniamo la nostra stessa salute sul piatto delle scommesse. Di fronte a questo nuovo, inquietante fenomeno dei nostri tempi gli psicoterapeuti puntano il dito contro i genitori: poco attenti nei confronti dei comportamenti “anomali” dei figli sotto l’effetto dei medicinali e troppo occupati a viziarli materialmente per dare peso alla loro educazione. I tempi sembrano accorciarsi sempre di più, l’adolescenza ultimamente è cronicamente in anticipo e se da un lato bisogna stare al passo con i coetanei, dall’altro bisogna avere anche il coraggio di dire “no” a qualche loro richiesta per fare loro imprimere i limiti che è meglio non scavalcare per una convivenza pacifica. E poi, ovviamente, l’ultima ma comunque buona soluzione è nascondere le pillole miracolose sotto al cuscino ed addormentarcisi sopra.
Sara Servadei