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Alcune conseguenze

Improvvisa e irruente come una scossa tellurica, la riforma Gelmini ha suscitato perplessità e dissensi, ha risvegliato uno spirito di protesta apparentemente sopito, coinvolgendo studenti, insegnanti, ricercatori e precari. I cortei, le petizioni, gli appelli non sono certo mancati, eppure il decreto Gelmini è effettivamente stato approvato e messo in atto; adesso, proprio in questi mesi, iniziano a vedersi le conseguenze nel quotidiano, nei piccoli grandi intoppi di questo sistema che è evidentemente ben lontano dal risolvere davvero tutti i vecchi problemi ereditati nel corso degli anni. Così succede che, all’Istituto tecnico-industriale “Archimede” di Catania, gli studenti portatori di handicap del turno serale vengono privati dell’insegnante di sostegno. Il preside della scuola, la dott.ssa Romano, ci spiega: «ci siamo trovati senza insegnanti di sostegno per il turno serale; i cinque studenti del serale, sebbene portatori di handicap, sono stati giudicati sufficientemente autonomi, in quanto maggiorenni, per poter seguire le lezioni senza sostegno». Ovviamente questa scelta non ha suscitato il consenso delle famiglie né quello dell’istituto stesso. Lo scorso 29 Settembre, all’interno dei locali dell’Archimede, i genitori dei ragazzi diversamente abili hanno incontrato un rappresentante dell’ASL3 di Catania e hanno espresso la propria indignazione per questa “novità”; «i genitori si sono dichiarati intenzionati a proseguire la loro battaglia, autonomamente, per riavere gli insegnanti di sostegno. Per quanto riguarda la scuola, – prosegue la preside – non possiamo fare altro che cercare di rimediare a questa mancanza attraverso i contratti di disponibilità oppure organizzando dei corsi di formazione per i docenti ordinari, in modo tale che siano essi stessi ad occuparsi degli studenti disabili. Per finanziare tali progetti, faremo ricorso in massima parte ai fondi regionali». La scuola viene così gravata di un ulteriore fardello (nonché di ulteriori spese), e le soluzioni trovate sono in realtà rimedi.

Catania – Protesta Precari 28 settembre 2009

Che lo scopo della riforma fosse ridurre le spese della scuola si è ben capito; che le modalità con cui  i tagli effettuati stiano colpendo paradossalmente proprio coloro che costituiscono la linfa vitale del mondo dell’istruzione, ossia docenti e studenti, lo si sta notando in queste caldissime settimane di proteste. Il caso dell’Archimede è un esempio di come la scuola debba “piegarsi” ai dettami della riforma, mentre sarebbe auspicabile, e normale, l’esatto contrario.

Ornella Balsamo