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Alla ricerca del degrado: San Giovanni Li Cuti

Catania.  Il porticciolo di San Giovanni Li Cuti, piccolo borgo marinaro della costa etnea, disteso tra il lungomare, affollata meta d’estate, sia di giorno che di notte, versa nel degrado più totale. Famosi sono infatti i suoi locali e la sua spiaggia di nera sabbia vulcanica presa d’assalto nei mesi estivi da quanti preferiscono, gratuitamente, assaporare la tintarella e godersi un bel tuffo tra gli scogli, evitando accuratamente di recarsi alla “playa”, forse un po’ troppo trash o troppo cara, chissà. A quanto pare l’inciviltà è arrivata anche qui; ciò che fa più arrabbiare è constatare come gli stessi posti sistematicamente imbruttiti dagli esseri umani dovrebbero invece essere protetti e valorizzati. San Giovanni Li Cuti, in inverno, e anche in estate per la verità, non è immune dal degrado che da qualche tempo imperversa indisturbato nella città di Catania. Ecco che in una bellissima giornata di metà febbraio, mentre nell’aria si sente già il calore del sole primaverile e si sfiorano i 20 gradi, una semplice passeggiata per il porto dell’antico borgo può riservare tante piccole sorprese, piacevoli e non:  Il suono delle risa di un gruppetto di ragazzi che ha appena marinato la scuola, i loro tuffi prematuri nell’acqua ancora gelida, il fico convinto di potersi abbronzare con tanto di olio sulla pelle, il vecchietto con la sigaretta accesa e la canna da pesca in mano, paziente e quasi imbambolato, i colori sfavillanti delle barchette da poco rientrate con il carico di pesce freschissimo e, “the last but not least”, la spazzatura. Cartacce, buste di plastica, resti di serate brave a base di pizza e birra. E tutto ciò nell’indifferenza generale, come se tutto fosse normale, come se tutto facesse parte del paesaggio naturale. Prima le spiagge, poi le piazze, le strade e infine anche qui, ecco affiorare la sporcizia e l’inciviltà. Di sicuro i turisti venuti ad ammirare uno dei posti più suggestivi della nostra amata terra, (verrebbe da dire, solo a parole), rimarranno di stucco e probabilmente non torneranno più. Altro che soldi spesi per gli Stati Generali! Altro che tentativi per rilanciare la città! Ci si auspica che la stessa cifra possa essere spesa per curare i luoghi più belli di Catania.

Giuseppina Cuccia