Allora Tambroni, ora Berlusconi
Questo è l’inquietante parallelismo che ha fatto da sfondo alla giornata di giovedì 8 Luglio a Catania, durante la quale si è commemorato il cinquantennale delle sommosse contro il governo Tambroni, reo di essersi alleato con frange di estrema destra, appena 25 anni dopo la caduta del regime fascista. Nel 1960 in tutta Italia scoppiarono proteste spontanee contro il governo e la repressione della polizia fu feroce: più di dieci morti nella penisola, di cui uno a Catania, dove in Piazza Stesicoro, luogo della commemorazione odierna, la polizia sparò sulla folla. Il ragazzo morto a Catania, poco più che ventenne, si era sposato appena 45 giorni prima del tragico evento e si chiamava Salvatore Novembre. In suo onore oggi è stata portata una corona di fiori proprio nel luogo in cui è avvenuta la sua morte cinquant’anni fa. Curioso il fatto che oggi come allora, come suggerito dallo slogan citato nel titolo, ci sia al governo una coalizione che ha dentro di sé esponenti non proprio aperti al pacifismo e al dialogo e ancor più curiosa la coincidenza fra questa commemorazione e i recentissimi fatti di Roma che hanno coinvolto i cittadini Aquilani.
Una manifestazione, quella catanese, che è anche l’occasione per vedere quanto alcuni eventi restino impressi nella memoria. Abbiamo purtroppo constatato come gran parte dei passanti, intervistati in Piazza Stesicoro, non sapesse cosa si stesse commemorando e ben pochi, anche fra gli anziani, ci hanno saputo dire qualcosa in più, a parte uno, addirittura presente in quei giorni del 1960. Speriamo che la targa che dovrebbe essere deposta in onore di Salvatore Novembre e altre iniziative di questo genere possano tenere vivo il ricordo di un’Italia che una volta, non troppo tempo fa, sapeva ancora ribellarsi.
Tomas Mascali