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L’altra faccia dell’editoria

E’ noto, per tradizione, che l’Italia è riconosciuta come una terra di Santi, navigatori e poeti. Questa tesi, indubbiamente avvalorata dalle pagine di storia, trova una netta conferma anche nel presente, specialmente per quel che concerne gli ultimi due aspetti. Il merito è di Lulu, sistema editoriale inventato nel 2002 dall’imprenditore canadese Bob Young e sbarcato nel mercato nostrano nell’Ottobre 2006, che ha immediatamente raccolto l’apprezzamento di milioni di aspiranti scrittori. Si tratta di un’idea rivoluzionaria che lega il mondo dei (cyber) navigatori a quello dei moderni letterati e si sviluppa attraverso il sito www.lulu.com [1]. L’innovazione riguarda principalmente la possibilità di pubblicare un libro senza dover essere subordinati al giudizio di merito di un editore, pertanto chiunque ha un manoscritto nel cassetto può decidere autonomamente di pubblicarlo, curandone personalmente l’impaginazione e la copertina, tramite le pagine del sito. Ne consegue che, data l’assenza di un editor tradizionale, la percentuale spettante all’autore dai ricavi delle vendite subisce una netta impennata, attestandosi all’80%. I vantaggi di questo sistema – che conferisce maggiore libertà agli scrittori e mina le fondamenta dei potentati editoriali – appaiono dunque evidenti e le crescenti adesioni ne sono una nitida testimonianza. Una sfiziosa rivincita per tutti gli aspiranti scrittori che, in seguito ad una richiesta di pubblicazione, si sono visti rispondere picche da un editore o che, in taluni casi, si sono sentiti richiedere un contributo economico per vedere realizzato il loro sogno. Chissà che – alla faccia di numerosi stampatori e tipografi che si spacciano ambiguamente come editori – un nuovo scrittore di talento non emerga dall’anonimato proprio grazie ad un libro posto tra gli scaffali di questa libreria virtuale.

Andrea Bonfiglio