Anoressia nervosa: la storia di Valeria
25 kg: potrebbe essere il peso di un bambino di 7 anni o di un cane di taglia media, e invece in questo caso è quello di Valeria Levitin, considerata la donna più magra del mondo.
Valeria nasce nel 1973 in Russia, e fin da piccola la madre guarda con occhio preoccupato alla tendenza a ingrassare dei parenti cercando di tenere la figlia lontana dagli eccessi culinari: la dieta della piccola è fin da subito controllata, e si ipotizza che sia in questa parte della sua infanzia che risiedono i semi dell’anoressia nervosa sviluppata poi nell’adolescenza. Nel 1989 l’ormai sedicenne Valeria si trasferisce con la madre e il nuovo compagno in America: i commenti acidi dei compagni sul suo peso e la voglia di essere accettata la spingono a ridurre ancora di più una dieta già controllata. La ragazza si priva così di carboidrati e zuccheri, sapori che tuttora non può gustare nemmeno volendo perché se ne è privata per così tanto tempo da esserne diventata intollerante. Guidata dall’anoressia Valeria non sa fermarsi, e quando nel 1994 vince il titolo di Miss Chicago le pressioni sulle sue curve sono ancora più forti: per il mondo della moda 63 kg per 172 cm sono troppi, e pur di inseguire il suo sogno la giovane dimagrisce ancora. “L’anoressia vive nella testa. Quando diventa visibile nel corpo è già troppo tardi” ha dichiarato in seguito, ed infatti quando la donna ha cominciato a mostrare evidenti sul corpo i segni di anni ed anni di fame repressa nessuno dei numerosi medici a cui si è rivolta per prendere peso le sono stati d’aiuto. Oggi Valeria non riesce più a mangiare nulla: ogni boccone le causa dolore fisico, e difficilmente riesce a non vomitare ciò che entra nella sua bocca. Si sostiene con il caffè forte per non far abbassare troppo la pressione sanguigna e sogna di riprendere in mano la propria vita: recentemente è tornata in patria, a Mosca, dove vuole acquisire peso per poter avere un bambino e mettere su famiglia.
Le immagini del corpo degradato dalla fame di Valeria, ridotta ora ad un mucchio d’ossa su cui si stende fragile un sottile velo di pelle, sono divenute virali sul web: ben lungi dall’essere un esempio la donna vuole mostrare a chi sta imboccando la sua stessa strada che cosa accade quando si dà retta alla malattia: “Mi arrivano tantissime email da giovani fan che mi chiedono come fare per essere come me, ed io non voglio insegnare loro come morire. Questo non è un gioco o uno scherzo: è la vita. Voglio condividere la mia storia per avvertire chi soffre del mio stesso male e le loro famiglie, evitando così che si compia per altre il mio stesso destino. L’anoressia mi ha resa sola, non attraente e repellente per le persone attorno a me” ha recentemente dichiarato.
Attorno alla bella Miss Chicago del 1994 la malattia ha creato il silenzio per troppi anni: forse la testimonianza circa le conseguenze di una patologia che per i canoni di bellezza odierni sembra più un’amica che una giustiziera può essere il primo passo per debellarla.
Sara Servadei