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Arriva la tassa sul telefonino

E’ questo il contenuto del decreto con cui il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi [1] si appresta ad attuare per aggiornare le norme sul copyright. Un colpo tra gli 80 e i 300 milioni di euro, una tassa [2] su cellulari [3] e pc [4] a tutela dei titolari di diritti di opere scaricate dagli utenti. Sovrapprezzo sui device elettronici in base alla loro capacità di memoria. La logica è semplice: la maggior parte della musica e dei video si consuma ormai via smartphone e in Italia pare che la quota sia superiore anche a quella dell’iPod. Quindi si vuole estendere la tassa a tutti i supporti e gli apparecchi in grado di riprodurre “opere dell’ingegno”: non solo cd e dvd vergini, masterizzatori, videoregistratori o lettori mp3 ma anche hard disk, chiavette usb e telefonini con funzionalità da riproduttore multimediale.
Dalle anticipazioni, pare che le nuove tariffe saranno proporzionate alla capacità di memoria di apparecchi e supporti e non calcolate in percentuale sul prezzo di vendita: insomma, una vera e propria “tassa sulla memoria”. Favorevole al decreto è ovviamente la SIAE [5]. Ma è sicuro che si tutela il copyright o è un ulteriore abuso nei confronti dei consumatori? Il ministro Bondi risponde che “il sovrapprezzo è per compensare i mancati introiti per gli autori dovuti alle copie per uso privato, a tutti i dispositivi elettronici in grado di memorizzare dati”. Insomma prima concedono e poi rivogliono tutto indietro e con gli interessi. Come al solito.

Caterina Tipa