Pubblicato il: 2 Maggio, 2009

La musica, i bambini e l'”Effetto Mozart”

musica-bambini “Music hath charms to soothe the savage breast.”  (Congreve)

È credenza comune che fare ascoltare a un feto brani di Mozart, accresca il suo sviluppo intellettivo, ma quanto c’è di vero?

Alla sedicesima settimana di gestazione il feto ha già sviluppato per buona parte i suoi organi uditivi, che diventeranno funzionali alla ventiquattresima settimana. È dunque normale che una donna in gravidanza non si debba esporre a suoni o rumori eccessivamente forti. La dottoressa americana Giselle Whitwell ha seguito il caso di una donna incinta che, in visita allo zoo, ha avvertito il suo bambino scalciare violentemente dopo aver sentito i forti ruggiti dei leoni in gabbia. All’età di sette anni a questo bambino è stata diagnosticata una lieve disfunzione uditiva, nonché una palese fobia verso i leoni, anche solo al sentire il loro verso nei documentari. È lecito attendersi, allora, che la musica possa avere delle influenze più o meno benefiche su di un feto, quantomeno a livello di puri stimoli. Gli studiosi indicano che la musica di cui il bambino beneficia di più è la musica classica. È meglio evitare pezzi in cui hanno il predominio strumenti come violini o flauti, che eccitano negativamente il bambino, e sono da scartare autori come Beethoven e Brahms, mentre consigliata è la musica di Vivaldi o Mozart. Proprio su quest’ultimo è nata una vera e propria teoria, “L’effetto Mozart”. Nel 1991 un ricercatore francese, Alfred A.Tomatis, ipotizzò che la musica dell’autore austriaco potesse migliorare le facoltà intellettive dei bambini. Da lì, anche se questa teoria non fu mai dimostrata scientificamente, si scatenò tutta una serie di studi su quali potessero essere i benefici della musica durante la gravidanza, alcuni dei quali si spinsero addirittura a dichiarare che le donne che durante il parto ascoltano musica classica, non hanno bisogno di alcun tipo di anestesia, in quanto sentono il dolore solo in minima parte. Studi più seri hanno un po’ destituito di fondamento la veridicità dell'”Effetto Mozart”, ma si è concordi nel dire che un particolare tipo di intelligenza, quella spaziale, viene sollecitata a brevissimo termine dall’ascolto di brani mozartiani, specialmente la sonata K448. Questo perché la parti del cervello preposte ad elaborare le informazioni spaziali e quelle musicali sono molto vicine tra loro, e, a quanto pare, si condizionano a vicenda. Fa comunque sorridere quanto questa tesi sia stata  presa sul serio da alcune parti: nel 1998 il governatore della Georgia stanziò addirittura 105.000 dollari l’anno per donare a ogni bambino appena nato una cassetta di musica classica, certo com’era che essa avrebbe accresciuto la loro intelligenza.

Giusto è, insomma, fare ascoltare musica ai propri bambini, anche mentre sono ancora nella pancia della madre. Magari non nasceranno geni, ma almeno, ascoltandola, saranno più sereni. E non è poco.

Tomas Mascali

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