Pubblicato il: 13 Febbraio, 2009

Basquiat

15basquiat_30New York, 1981. Il creolo Jean-Michel Basquiat è un graffitaro ventenne che vive in una scatola di cartone e sopravvive vendendo cartoline da lui disegnate. La sua firma sui muri, SAMO (SAMe Old shit), ben presto inizia a diventare popolare. La prima svolta nella vita è l’incontro con Andy Warhol, che si innamora delle sue cartoline, ne compra alcune ma tutto sembra finire lì. Poco tempo dopo, viene avvicinato da Rene Ricard, poeta statunitense, che lo porta al successo. Con lui organizza le prime mostre e proprio grazie a lui incontra nuovamente Andy Warhol, di cui diventa amico inseparabile. Al fianco di Warhol, Basquiat diventa il primo artista di colore a raggiungere fama e successo internazionale. Le sue opere sono apprezzate da collezionisti e critica. Ma la sua tendenza all’autodistruzione si manifesta con il massiccio uso di droghe che lo porta sempre più verso il baratro. Nemmeno l’amico Warhol riesce a farlo uscire dalla spirale. L’improvvisa morte di Warhol gli assesta il colpo di grazia: per superare il trauma intensifica l’uso di droghe. Muore il 12 agosto del 1988, a soli 27 anni, per un overdose di eroina, mentre ancora il mondo si stupisce dei suoi quadri e gallerie d’arte e collezionisti se li contendono. Basquiat è la parabola non discendente di un artista, di un uomo, di un ragazzo, che raggiunge l’apice e si sgretola di fronte al successo e di fronte alla perdita dell’unico amico che crede di avere. Azzeccata la colonna sonora: oltre ai Rolling Stones, sono presenti pezzi scritti appositamente da John Cale, membro fondatore dei Velvet Underground, cantati da Renata Tebaldi e Tom Waits. Notevole anche la prova di David Bowie nel ruolo di Andy Warhol. Il pittore Julian Schnabel (autore anche di “Prima che sia notte” e “Lo scafandro e la farfalla”) diventa qui regista del suo primo film e ci porta a conoscere ciò che egli stesso conosce ed ha vissuto: anche lui, infatti è stato lanciato come pittore da Rene Ricard ed ha conosciuto Basquiat in prima persona. Nel film egli si è ritratto nella parte di Albert Milo, amico del pittore, anche se in realtà forse all’epoca Schnabel non vedeva tanto di buon occhio Basquiat. Il risultato è un film ben riuscito che mette sapientemente in risalto il lato forte e creativo del Basquiat artista ma anche il lato debole ed insicuro del Basquiat uomo, senza mai cadere nella banalità o nella ripetizione.

Diego Bonomo

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