Bellavia: “Comunità Giovanili? Solo per Enti a finalità non lucrative”
“Sulle Comunità Giovanili avete scritto falsità, un articolo delirante”. E’ il commento di Giacomo Bellavia, consigliere catanese del Pdl, a quanto riportato su queste pagine. L’atteggiamento è cordiale, ma fermo sui contenuti. Ci dice che la prima Comunità Giovanile catanese ha già una sede programmata: uno stabile in Via Citelli.
E’ la sera dell’11 maggio. C’è caldo e in Consiglio Comunale manca ancora una volta il numero legale. Sono le 20.10 quando la seduta è sospesa, si riprova fra un’ora. Alla ricerca dei colleghi perduti si affannano meno di venti consiglieri su quarantacinque. Bellavia è fra questi.
Bene, ci dica qual è la verità.
C’è questa proposta di legge d’iniziativa governativa. Siamo in attesa dell’approvazione in Parlamento. Nell’attesa, ci siamo attivati per anticipare i tempi e cercare di dare delle risposte a livello comunale. Risposte che sono assolutamente lontane da quelle che voi avete descritto su “Lo Schiaffo”. Nell’articolo avete scritto delle falsità, sia riguardo all’iter del regolamento sia al contenuto. Associare una delibera del Comune a una manifestazione non so di quale tipo: celtiche, svastiche, beh…
“Progetto Cervantes”.
Abbiamo invitato all’incontro del 24 maggio tutti i rappresentanti delle realtà giovanili: Scouts, Pastorale Giovanile…Abbiamo invitato anche i Centri sociali. Non solo il Cervantes, ma anche l’Experia. Cervantes ha aderito, l’Experia ha ritenuto di non farlo; ha preferito inviare degli insulti a mezzo stampa. Non volevamo fare nulla di fazioso o settario, ma coinvolgere tutte le realtà giovanili.
Quindi anche loro. Occupano ancora illegalmente un immobile di proprietà comunale. Come faceva l’Experia…
Sì, ma ripeto: nessuna preclusione. Quali sarebbero gli interessi privati, piuttosto?
Beh, innanzitutto l’art. 1 è ambiguo sugli Enti di Formazione. Sono quelli finanziati dalla Regione?
Le Comunità Giovanili saranno gestite da Enti di diritto privato non aventi finalità lucrative. Non sarà assolutamente consentito il contrario. Lo prevede il regolamento e fare il contrario sarebbe andare oltre i limiti di legge…Lo scriviamo a caratteri cubitali.
Vedremo. A quali enti di formazione vi riferite? Quelli che gestiscono i corsi finanziati dalla Regione sono tutti costituiti in S.r.l e adoperano locali propri.
Non a quelli privati. Non lo dico io, ma un atto regolamentare approvato dal Consiglio comunale…
Quanto all’emendamento mio e della collega Santagati: non volevamo surrettiziamente introdurre possibilità di questo genere. Con la modifica della dicitura da “associazioni” a “Enti”, abbiamo voluto ampliare il raggio di enti giuridici che potranno partecipare ai bandi di concorso per l’assegnazione di beni e la gestione delle Comunità. Abbiamo voluto, ripeto, togliere di mezzo soltanto gli enti a finalità lucrative per ammettere tutti quelli a finalità non lucrative: associazioni, fondazioni, comitati… Tutto, nessun’altra preclusione.
I criteri selettivi degli Enti sono vincolati alla “dotazione di mezzi e strumenti utili al raggiungimento degli scopi sociali”. Tale dotazione può essere determinata da eventuali donazioni, eredità e legati. Lo prevede l’art. 1. E’ una discriminante o no?
La logica di quest’articolo del regolamento è di evitare che si formino associazioni dall’oggi al domani che possano reclamare risorse comunali. Per noi non si tratta della disponibilità di milioni di euro. Si valuterà in base al curriculum, all’esperienza, all’attività e ai servizi che sono stati fin qui svolti…
Quali saranno i tempi d’approvazione del ddl d’iniziativa governativa in Parlamento?
Nulla di definito, ancora. Siamo in contatto con il nostro Ministro Giorgia Meloni, ma certo si tratta di un iter parlamentare. Speriamo e crediamo entro pochi mesi, così potremo intrecciare il contenuto normativo della legge con la nostra iniziativa negli enti locali.
Il regolamento demanda la composizione dei requisiti al Bando. Quando ne sapremo di più?
Ci diranno i dirigenti del Dipartimento competente. Noi possiamo dire che abbiamo già individuato una prima sede. E’ in via Citelli, si tratta di un immobile di proprietà comunale, dove il Comune di Catania ha ottenuto un finanziamento con i fondi PON Sicurezza dal Ministero Politiche Giovanili, finalizzato appunto alla creazione di Centri di aggregazione giovanile. Con queste risorse si restaurerà l’immobile, già sono in corso le necessarie procedure. I lavori sono stati banditi, l’iter amministrativo è iniziato. Questo stabile potrà essere destinato alla prima Comunità giovanile.
Ce ne saranno altri?
Nelle scorse settimane, l’ex Assessore alle politiche Giovanili Fatuzzo, ha inviato una lettera al dirigente del Dipartimento Patrimonio per chiedere l’individuazione di altri immobili disponibili per queste finalità. Stiamo procedendo, insomma.
Pensa sia congrua quest’idea di apertura, che non esclude dall’assegnazione enti come le comunità dioicesane, già dotate di risorse proprie, in una realtà come quella catanese, dove esiste un regolamento per gli Istituti di partecipazione popolare a oggi ancora inattuato, seppure previsto dall’art. 41 dello Statuto Comunale?
Che non siano stati attivati gli Istituti di partecipazione popolare è un fatto grave. Spero di potermi impegnare anche in questo senso. Ben venga la partecipazione, e vogliamo sia possibile per tutti.
Gli indirizzi di programmazione delle Comunità devono essere assunti in riunioni dall’Assemblea dell’ente, alla partecipazione del Sindaco e dell’Assessore alle Politiche Giovanili. Lo prevede il regolamento, noi abbiamo parlato di “modello corporativo”. Non crede sia una condizione ostativa allo sviluppo autonomo delle associazioni o enti assegnatari?
Noi distinguiamo l’Ente Gestore dall’Assemblea degli iscritti. Il primo sarà responsabile del profilo burocratico, finanziario e amministrativo della Comunità nei confronti dell’ente Comune. Sotto l’ente gestore ci sarà l’Assemblea degli iscritti, ovvero l’insieme dei giovani che parteciperanno alle attività della Comunità. La loro Assemblea, per quanto ci riguarda, sarà sovrana.
Enrico Sciuto