Cabinda: dalla coppa d’Africa ai massoni italiani
In questi giorni la regione angolana di Cabinda è salita agli onori della cronaca per il triste attentato alla nazionale di calcio del Togo che ha causato tre morti e diversi feriti. L’attentato è stato rivendicato da due associazioni di stampo terroristico che si battono per l’indipendenza della regione, altamente sfruttata dall’Occidente per le numerose risorse petrolifere. La vicenda, ahinoi, è strettamente collegata con l’Italia e, precisamente, con la città di Benevento. Nel 2007, infatti, la procura di Benevento ha fatto pervenire un avviso di garanzia con conseguente custodia cautelare a 14 persone con l’accusa di violazione della legge Anselmi (che vieta la costituzione di associazione segrete) e truffa. Cosa c’entra la Cabinda? Giuseppe Tanga, il principale imputato, è accusato di aver costituito una loggia massonica, la “Colonna Traiana” che si proponeva, tra le altre cose, di far acquisire l’indipendenza alla Cabinda e, attraverso una Onlus (Freedom for Cabinda), raccoglieva fondi da destinare a questo obiettivo. Nel corso di diverse perquisizioni, oltre a un falso passaporto dello Stato di Cabinda (che ovviamente non esiste) è stata trovata una fattura di 150 mila euro intestata al titolare di una società di guardie del corpo: si stava tentando di reclutare mercenari per costituire un esercito che avrebbe intentato una guerra di liberazione della Cabinda. Una volta costituito il nuovo governo, questi mercenari, oltre a un elevato ritorno economico, avrebbero avuto ruoli importanti all’interno del governo stesso. Come si è conclusa la vicenda? C’è stata una diatriba tra la Procura di Benevento e quella di Milano sulla competenza territoriale: la Cassazione, chiamata a risolvere la questione, oltre ad assegnare tutto alla Procura milanese, ha avvisato anche gli indagati dei procedimenti a loro carico, chi e perché voleva il loro arresto, rendendo praticamente inutili le misure cautelari precedenti.
Massimiliano Mogavero