Pubblicato il: 13 Luglio, 2009

CAF, al servizio del cittadino?

follaCatania pullula di centri di assistenza fiscale, rappresentati da miriadi di sigle più o meno note. Nei quartieri e nei paesi poi, la presenza di questi enti si intensifica; talvolta si tratta di piccolissimi uffici ricavati da uno stanzone, talvolta appesi alle pareti vi sono dei manifesti elettorali, talvolta hanno breve vita. In ogni caso, i servizi offerti dai CAF sono più che indispensabili, se si pensa alla sostanziosa fetta di cittadinanza che ad essi si rivolge per il disbrigo di pratiche quali i moduli 730, gli Isee, i documenti per il pensionamento, ma anche per semplice consulenza. Provare a contare i CAF dell’hinterland catanese risulterebbe alquanto ostico: si pensi che solo in una ristretta area di Sant’Agata li Battiati se ne contano ben quattro. L’utenza media è costituita soprattutto da pensionati, lavoratori di ceto medio-basso, disoccupati; a domande quali “Trova efficiente questa struttura?” o “I tempi di attesa sono brevi?” o ancora “I servizi offerti a titolo gratuito sono davvero tali?”, dopo un’iniziale titubanza, rispondono fornendoci un bilancio più che positivo sull’operato dei CAF; gli utenti sono soddisfatti, trovano che l’ufficio lavori in modo celere ed efficiente, e di richieste sottobanco, nemmeno a parlarne (al massimo se ne può sussurrare, ma con molta circospezione e col beneficio del dubbio). Il sospetto più o meno legittimo che si insinua è: ha l’utente medio, la casalinga, l’operaio, il giovane disoccupato, la capacità di discriminare un buon operato da uno cattivo? Ha i mezzi culturali adatti per comprendere se la tale pratica è stata avviata nel modo corretto? Certamente no, ed è proprio per questo che delega il disbrigo di certi documenti al CAF; la presenza di eventuali errori nella compilazione dei moduli si riscontrerebbe dopo mesi, magari anche a distanza di anni; e anche in questi casi, il cittadino tende sempre a rivolgersi a questo tipo di strutture, non avendo conoscenze specifiche adatte per comprendere il burocratese. Senza parlare poi dell’ingenuità insita nell’idea di “cortesia” per cui si tende a considerare i servizi forniti come un favore, e si è di conseguenza disposti a ripagare con un altro favore , ad esempio con un voto alle elezioni. Ma sarebbe ingiusto non riconoscere l’importanza del lavoro svolto da questi centri e sarebbe altrettanto ingiusto dubitare sino a tal punto della professionalità della stragrande maggioranza degli impiegati; sarebbe inoltre assurdo non poter riporre fiducia in un tipo di struttura che nasce essenzialmente allo scopo di tutelare il cittadino, purché  fiducia, chiaramente, non diventi sinonimo di sprovvedutezza.

Ornella Balsamo

Lascia un commento

Devi essere collegato to post comment.