Cellule staminali: una nuova speranza
Sembrano essere il futuro della medicina, la tanto attesa “rivoluzione” per curare molte delle malattie più gravi e diffuse. Sono anche oggetto di un dibattito piuttosto scottante che tocca delicati temi etici. Le cellule staminali inaugurano oggi nuove importanti conquiste, entusiasmando gli studiosi, e lasciando sperare che in un futuro ormai più che prossimo la ricerca possa arrivare a curare senza problemi persino mali mortali come l’ictus, il diabete, le malattie cardiache e, addirittura, le paralisi. Si tratta di cellule il cui destino non è subito deciso e che, attraverso un processo denominato “differenziazione”, possono originare diversi tipi di cellule. Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, le cellule situate nell’embrione sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell’organismo, ovvero da quelle cerebrali, ossee, cardiache, muscolari ed epidermiche. Per tal motivo, la scoperta di riuscire a controllare il potere di queste cellule embrionali, allo scopo di curare vari tipi di malattie, è senza dubbio sensazionale. La proprietà intrinseca di queste cellule di generare tessuti che compongono il nostro organismo, lascia infatti intravedere la prospettiva di una manipolazione che coinvolga le cellule divenute adulte. In tal modo, queste ultime potrebbero generare tessuti cerebrali, nervosi, cardiaci ed epatici. Soprattutto negli ultimi anni, la ricerca in questo settore è aumentata notevolmente, alimentando, com’era prevedibile, aspri dibattiti e polemiche di ogni tipo. È evidente, infatti, che il solo fatto di effettuare una manipolazione biologica non possa che entrare in collisione con rigide posizioni di principio dei sistemi politici, religiosi e sociali di diversi Paesi del mondo e, tra questi, anche il nostro. L’utilizzo di embrioni, seppur per fini terapeutici, è infatti una questione di grande controversia in termini etico-morali. L’utilizzo di cellule staminali ricavate da embrioni ottenuti tramite fecondazione in vitro o persino da feti abortiti, suscita in questo senso l’opposizione dei “difensori della vita” sin dai suoi primissimi stadi. Stando così le cose, un’opzione preferibile alla prima – quasi un escamotage per aggirare il problema etico – sarebbe, per alcuni, una ricerca condotta invece su cellule staminali presenti nel midollo osseo degli adulti, le quali, come ha più volte affermato il noto genetista italiano Edoardo Boncinelli, almeno per il momento, “non sembrano tuttavia garantire gli stessi risultati e le stesse sicurezze delle cellule staminali embrionali”. Nel frattempo, tra un dibattito e l’altro, per gente affetta da mali di ogni tipo, le tante porte della speranza continuano a restare aperte.
Francesca Licitra
Leggo altri articoli/post che confermano come “Le staminali cordonali offrono svariati vantaggi rispetto alle staminali provenienti dal midollo osseo”.
Certo sono questioni delicate e le problematiche etiche sono molte.
Grazie dell’articolo Gianna
Segnala questo commento come inopportuno