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Cemento al buio

Il sindaco Raffaele Stancanelli li aveva annunciati più volte e a Catania si è finito per credergli. Gli “Stati generali”, immaginati per esporre alla Città i contenuti del progetto di riqualificazione di Corso dei Martiri della Libertà, avrebbero dovuto tenersi in aprile. Dovevano rappresentare l’occasione per un confronto tra l’Amministrazione e la società civile catanese sul futuro di un quartiere importante. Così, a un anno esatto dall’intesa con cui il Commissario straordinario del Comune, Vincenzo Emanuele, chiuse il contenzioso con i proprietari dell’area, tutto è ancora oggetto di indiscrezioni, prese di posizione e smentite. Persino l’accordo di transazione su questi ottantottomila metri quadri di terreno è stato definito senza il coinvolgimento del Consiglio comunale. Si parla di uffici, alberghi, centri commerciali e di edilizia residenziale; della nuova Questura e di uno spazio più congruo per il mercato di Piazza Carlo Alberto. Le uniche voci contrarie al progetto provengono dai genitori degli alunni della Scuola “Giovanni Verga”, destinata allo spostamento. È una vicenda che suscita inquietudini: come può una comunità che conserva un minimo di attaccamento alla sfera pubblica, assistere da spettatrice disinteressata, a un’operazione destinata a mutare il volto della città? Corso dei Martiri della Libertà collega la Stazione a Piazza Stesicoro, cioè a quello che fino a novant’anni fa era il vero centro di Catania, oggi spostatosi più a nord. Le sue evoluzioni hanno riflesso per tre secoli le trasformazioni della Città, delle sue vocazioni economiche e culturali. Oggi si pensa al ruolo della “città dei servizi” in rapporto alla Plaja e al Porto, ma senza nessuna idea del posto che Catania dovrebbe occupare nel Mediterraneo e nel mondo. Non basterà ricorrere a stucchevoli paragoni con Barcellona, come fu in passato con Milano, per colmare questo vuoto. Catania appare come una città sfigurata, priva di identità: non dovrebbe essere una preoccupazione di chi la governa dare risposte coerenti con le vocazioni del territorio? Nessuno sembra aver valutato l’impatto che una nuova colata di cemento provocherà in quell’area, già priva di spazi verdi e soffocata dal traffico veicolare. Quest’ultimo, c’è da giurarci, aumenterà esponenzialmente. Eppure, il Sindaco aveva dichiarato che non serve costruire ancora, ma riqualificare l’esistente, anche verso la periferia. Prima di aver smentito questa presa di posizione, incalzato sui provvedimenti assunti dal governo col “piano-casa”, avrà pensato anche a questo progetto? E poi, che senso ha riqualificare Corso dei Martiri della Libertà al di fuori di un ragionamento complessivo, che solo l’approvazione del PRG può garantire? Non serve informarsi sugli immobiliaristi coinvolti nel progetto per comprendere che è in atto una speculazione. Basta rilevare il metodo e i contenuti di un’operazione oscura, che avrà certamente esiti ancora più foschi.

Enrico Sciuto