Chi è questa Anna Frank?
“Chi è questa Anna Frank? Perché J. Va a casa sua e non viene da me?” hanno recentemente affermato in rete le fans adolescenti di un cantante particolarmente in voga al momento quando questi si è recato a visitare la celebre abitazione-museo dove la ragazzina ha vissuto nascosta prima della cattura da parte delle truppe di Hitler. Non intendo soffermarmi sui dettagli di questa vicenda assolutamente irrilevante, ma sulla domanda posta dalle fans, che ha attirato bersagli e critiche sui social network. Di fronte a questa gioventù acerba che ha i mezzi per imparare e sceglie di non utilizzarli, viene spontaneo chiedersi: “Ma quanto è importante la cultura?”. Oggi il senso comune sembra averla bandita: ovunque si legge che “non serve a nulla” e che studiare sia solo il modo migliore per perdere tempo apprendendo nozioni inutili a qualsiasi fine differente dal semplice “prendere un bel voto”. Ma rileggendo l’affermazione posta dalle fan di J, possiamo davvero dire che sia così?
Anna Frank purtroppo non ha cambiato la storia, ma ne rappresenta un pezzetto vivo, recente e doloroso. Il suo diario rimane la toccante testimonianza di ciò che può fare l’uomo accecato dall’ignoranza che agisce attraverso il pensiero del regime. La società di oggi, costruita sulle rovine e sugli errori di quella degli anni ’30 e ’40, ha più volte giurato, di fronte alla testimonianza dei sopravvissuti, che non avrebbe ripetuto gli stessi errori: ma l’unico modo per debellare il problema è educare, studiare, imparare e comprendere che la cultura non deve essere appannaggio di pochi. Oggi abbiamo molte più possibilità di acculturarci rispetto a quanto accadeva qualche decennio fa: ognuno di noi passa sui banchi di scuola almeno 10 anni della propria vita, siamo sempre connessi alla rete con il nostro smartphone e anche i meno abbienti possono consultare gratuitamente i libri in biblioteca. Acculturarsi non deve essere un dovere scolastico, ma morale: non dimenticare gli errori del passato ed essere consapevoli della responsabilità che ognuno di noi ha quando si ritrova al seggio con la scheda tra le mani è fondamentale per il nostro futuro. La cultura è l’unica via per una scelta consapevole e l’unico strumento che abbiamo per orientarci in un mondo sempre più complesso. Del resto la domanda posta dalle fan di J deve farci riflettere anche sul degrado a cui sta andando incontro della scuola: la storia di Anna Frank non è argomento di studio approfondito, ma chi non si è ritrovato un pezzetto del suo diario stampato sulle pagine di qualsiasi antologia per la scuola secondaria? Questa domanda segnala anche la superficialità che viene attribuita all’istruzione non solo da parte della popolazione, ma anche da parte delle istituzioni stesse e dello stato che dovrebbe garantire a tutti una conoscenza di questi concetti basilari. Insomma, la cultura non è mai abbastanza: e chissà che questa vicenda insignificante non attiri le nuove generazioni alla scoperta di Anna Frank.
Sara Servadei