[Ciclo autori italiani] C’eravamo tanto amati
Gianni, Nicola e Antonio, dopo aver militato nelle file partigiane ed avere maturato insieme ferventi ideali, “scoppiata” la pace si disperdono: Antonio fa il portantino al San Camillo di Roma; Gianni diviene avvocato; Nicola insegna a Nocera Inferiore, si sposa e lotta da idealista per un cinema che trasformi la società. Luciana è la ragazza che Antonio scopre e che Gianni prima gli strappa e poi abbandona per sposare la figlia di un costruttore edile senza coscienza sociale. Occasionalmente, ma sempre più di rado, i tre si incontrano. Dopo molti anni – ridimensionati dal tempo e dalla società livellatrice – i tre hanno modo di esaminarsi in occasione di un incontro imprevisto al quale prende parte anche Luciana che, alla fine, ha sposato Antonio.
Ettore Scola firma nel 1974 uno dei suoi film più riusciti, senz’altro quello che ancora oggi permane di più nella memoria e nell’immaginario di tanti italiani, non fosse altro per la bravura dei suoi interpreti principali, i cui nomi non hanno certo bisogno di presentazioni: Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Aldo Fabrizi. E poi Marcello Mastroianni, Federico Fellini, per una breve apparizione nel ruolo di loro stessi.
Il film di Scola è un grande affresco corale che racconta una storia d’amicizia, d’amore, di speranza e tradimento. Sullo sfondo, trent’anni di vita italiana narrati con passione e maestria da un regista che, ancora una volta, riesce a gettare il proprio sguardo impietoso sull’Italia trasformista e voltagabbana del boom economico, quell’Italia dalle tante possibilità sprecate e dagli ideali traditi. Dedicato a Vittorio De Sica – che morì in quell’anno, ma fece in tempo a vederlo – , “C’eravamo tanto amati” non è soltanto un caposaldo della commedia all’italiana, ma anche un’opera di conoscenza storica capace di esprimere con estrema lucidità un profondo giudizio politico sulle forze che hanno frenato lo sviluppo del nostro Paese.
Aldo Nicodemi