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[Ciclo cinema cittadini] Il cinema Alfieri di Catania

Si trova in via Duca degli Abruzzi 8, in una zona periferica rispetto al centro di Catania, infatti l’Alfieri, fino al ’64 cinema Garden, nacque nel 1948 come cinema rionale o di quartiere. Per avere notizie della sala parlo con Salvo Di Stefano, proiezionista e con Nadia Martines, addetta alla cassa.

Salvo, come nasce il cinema Alfieri?

Il cinema nasce nel ’48, subito dopo la guerra l’ottimismo pervadeva un po’ tutti e la voglia di ricostruire fece anche la fortuna di molti cinema rionali che sorsero proprio in quel periodo. Il cinema di quartiere non proponeva film in prima e seconda visione, ma in terza o quarta visione infatti il prezzo del biglietto era molto basso. Al momento della ristrutturazione del cinema negli anni ’60, il Garden acquisisce il nome che ha ancora oggi: cinema Alfieri. Già negli anni sessanta l’Alfieri si distingueva dagli altri cinema perché fu una delle primissime sale a fare la programmazione d’essai, infatti giunse in seconda visione Z – L’orgia del potere, uno dei film più famosi del regista Costa Gavras  ignorato dalle altre sale e, L’alibi con la regia a tre di Adolfo Celi, Vittorio Gassman e Luciano Lucignani (film che non ebbe la prima visione qui a Catania). Conseguentemente al tipo di programmazione, anche il pubblico era diverso: studenti universitari e professori frequentavano la sala Alfieri e successivamente anche il cinema Mirone e l’Ariston.

Adesso la situazione è un po’ cambiata, avete aggiunto una sala…

Il cinema Alfieri nel 1999 ha rilevato i locali di una carrozzeria e ha aggiunto una seconda sala, quindi la struttura originaria del cinema è rimasta più o meno la stessa. Bisogna comunque ammettere che il cinema si è dovuto adattare alle nuove esigenze di mercato che hanno purtroppo portato alla chiusura di tante sale a Catania (Tiffany ed Excelsior i più recenti e anche il Golden, il Ritz, l’arena Miramare e altri) e che comunque l’Alfieri  resta indietro rispetto alle multisala che offrono molti servizi al cliente, soprattutto al cliente giovane.

Nadia Martines aggiunge: “le multisala sono essenzialmente un luogo di ritrovo per i ragazzi e il principale interesse non è più il film in se stesso, ma la possibilità di incontrarsi e di condividere con amici le diverse attività che il cinema multisala offre. L’Alfieri ha forse maggiori possibilità di sopravvivenza rispetto agli altri cinema cittadini, in quanto ha investito sul 3D e in questi giorni Avatar lavora parecchio. Il costo di un videoproiettore supera i centomila euro e aggiungendo gli occhiali per la visione in 3D, si parla di cifre molto impegnative che dovrebbero lentamente recuperarsi con il costo del biglietto, ma con questo non bisogna dimenticare quanto sia difficile non finire sott’acqua.”

In foto - Costanza Ulivieri, Nadia Martines, Lisa Gullotta e Salvo Di Stefano

Il cinema Alfieri ha un suo cineforum oggi?

Purtroppo no. Fino a qualche anno fa il cineforum faceva parte delle attività del cinema, ma adesso l’Alfieri è diventato una sala commerciale e non si può conciliare un cineforum con il 3D soprattutto. Il cinema commerciale comanda e si devono garantire un certo numero di programmazioni, per cui è impossibile dedicare anche una sola giornata ad un cineforum.

Alla cassa del bar sta Costanza Ulivieri, una delle poche donne proiezioniste qui a Catania e fiera d’aver svolto un mestiere che sembra essere prerogativa dell’uomo; lei ha lavorato al cinema Lo Po’ per sei anni, in cabina. Tutti sono in sala per il secondo tempo, il bar non deve soddisfare richieste di bibite o pop corn, cosi Costanza mi racconta qualcosa di un mestiere discreto ed invisibile quanto fondamentale: il proiezionista: “è un lavoro che si apprende seguendo qualcuno che possa fare da maestro e insegnante, fino al giorno dell’esame per ottenere il patentino. Se nessuno è disposto a seguire un apprendista alle prime armi, non solo è improbabile poter imparare l’esercizio e quindi prendere il patentino, ma è ancor più difficile esser chiamato a lavorare per un cinema.”

Come funziona il mestiere del proiezionista? Ti è capitato di combinare qualche pasticcio?

Il mio maestro è Giuseppe Reina, grazie a lui ho imparato a montare la pellicola che arriva divisa in più parti dalla casa di distribuzione e tutto quello che c’è da sapere sulla macchina e sulla pellicola. Gli incidenti capitano a tutti prima o poi. Uno in particolare e piuttosto eclatante mi fa ridere ancora. Al Lo Po’ era in programmazione Troy, film lunghissimo ed ero sola in cabina (era una delle prime volte). L’ansia non mancava: entro in cabina, accendo la macchina e il film parte. Nonostante non avessi ancora troppa esperienza, mi accorgo di uno strano rumore proveniente dalla macchina e allora chiedo aiuto ad un collega. Lui mi tranquillizza e mi dice di lasciar andare avanti il primo tempo, che durava più di un’ora e mezza. A circa un’ora e venti di film, la gente comincia ad uscire fuori dalla sala protestando; allora entro in cabina e trovo la pellicola del film tutta accartocciata nella bobina di riavvolgimento: si era rotta una cinghia! Quella copia era ormai danneggiata, quindi il cinema ne chiese un’altra alla casa di distribuzione e quella sera lo spettacolo fu annullato e i biglietti vennero rimborsati. Dopo quella volta non volevo più mettere piede in cabina, ma son cose che possono capitare.

Elena Minissale