Pubblicato il: 16 Febbraio, 2010

[Ciclo cinema cittadini] Il cinema Ariston di Catania

Il cinema Ariston è si trova a Catania in via Balduino 19 e fu inaugurato il 7 giugno 1958 con il film Orgoglio e passione (secondo le ricerche di Alberto Surrentino). Il mio appuntamento è con Salvo Foti, direttore di sala che lavora all’Ariston da vent’anni.

Salvo, qual è la storia del cinema Ariston?

Dunque, posso raccontarti  la storia degli ultimi vent’ anni del cinema, arco di tempo in cui sono stato presente. In questo momento il cinema  appartiene a più persone, dal 1985 al 2006 la gestione è stata della cooperativa Azdak (il nome appartiene ad un personaggio brechtiano, lo suggerì uno dei soci quasi per caso) molto importante a Catania, di cui io facevo parte. La cooperativa Azdak è nata nel 1979 dalle ceneri di un’altra società, la Cento fiori (il nome era piuttosto fricchettone, in sintonia con l’atmosfera degli anni settanta) che gestiva il cinema Mirone (oggi King).  Quindi l’Azdak dal 79 all’84 ha gestito il Mirone che in quell’anno chiuse i battenti per vari problemi legali; quindi la cooperativa si spostò all’Ariston. Il cinema, con l’Azdak, organizzava il Cinestudio che da qualche anno è all’Odeon e non più all’Ariston. Tra l’89 e il 1995 avevamo duemila iscritti, il numero più alto d’Italia. Il nostro cineforum propose un film come Le iene di Quentin Tarantino quando ancora questo famosissimo regista non era noto. La gestione è poi cambiata e l’Azdak  non esiste più.

Perché la gestione non è più dell’Azdak?

Alla fine degli anni ’90 il mercato della distribuzione e quindi della gestione è cambiato notevolmente, l’arrivo delle grosse ditte ha stravolto tutto. E le conseguenze immediate sono cadute sulle spalle dei piccoli esercenti e su coloro che non avevano un aggancio con le grandi società. Il cinema Ariston aveva una sola grande sala (800 posti) con tribuna, ma nel 2000, per adeguarci alle nuove leggi di mercato abbiamo deciso di allargarci: il progetto iniziale prevedeva quattro sale, ma le spese erano troppo impegnative e quindi il cinema fu diviso in due sale. Questo lavoro fu eccessivamente costoso. Cosi che alla fine del 2005 abbiamo dovuto cedere la gestione ad altri, perché ci portavamo dietro le grosse spese della ristrutturazione: l’Ariston è stato rilevato da una holding romana che si chiama Circuito cinema e da un gruppo di soci catanesi che gestiscono anche altri locali. A questo punto è stato possibile fare le altre due sale.

In foto - Salvo Foti (Direttore di sala)

Il cinema Ariston non è un cinema commerciale …

A Catania siamo stati, tra gli anni ’70 e ’90, gli unici a fare cultura cinematografica e lo dico con modestia e con orgoglio; da questo cinema passavano film di registi come Antonioni e Bellocchio (che sono stati anche nostri ospiti) e la cooperativa Azdak,negli anni ’90, ha anche gestito la saletta Achab (prima esperienza a Catania di piccolo cinema d’essai). Ovviamente l’Ariston continua a rimanere l’unica sala a Catania che propone un certo tipo di film e il suo pubblico è rimasto fedele. Non siamo in crisi ma ci portiamo dietro delle difficoltà (la spesa per le 4 sale è stata onerosa ed impegnativa). Il cinema comunque funziona bene e ha una programmazione “d’essai”.  Il miglior cinema a Catania è programmato qui, come da tradizione. Io sono rimasto, nonostante la gestione sia cambiata e, da un paio di anni cerco di ricreare l’atmosfera che c’era in passato, attraverso il cineforum del mercoledì; non è facile, ma ci provo. Alcuni soci dell’Azdak hanno continuato l’attività della cooperativa con il Cinestudio dell’Odeon e nella stagione estiva con l’arena Argentina, probabilmente l’arena più attiva in Sicilia. Purtroppo i giovani si vedono poco, io stesso ho lottato con i “capi” romani per avere una giornata dedicata agli universitari ed è il mercoledì, il biglietto costa 3 euro.

Quindi l’Ariston non rischia la chiusura come altri cinema di città?

Questo cinema attualmente non è a rischio di chiusura, la gente viene e si lavora. Se i soci romani dovessero litigare con quelli catanesi forse si, ma non ci sono i presupposti, quindi la risposta è negativa.

Elena Minissale

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