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[Ciclo cinema cittadini] Il cinema Odeon di Catania

Il mondo si evolve e i suoi cambiamenti non sono del tutto prevedibili o arginabili; certamente si corre dietro ad un progresso tecnologico troppo spesso senz’anima. Il passato si cancella e tante cose fanno presto a diventar vecchie: colpiti da questo fiume in piena sono anche i cinema “di una volta”, i cinema con una sola sala, i cinema di città, i cinema che hanno accompagnato la storia di Catania. Il primo che ha attirato la mia attenzione è l’Odeon, in via Corridoni, perché è l’unico cine teatro d’epoca rimasto in attività con una singola sala, a Catania. Gli altri si sono adattati alla legge non scritta delle multisala, creando due o più sale. In questa piccola ma ambiziosa ricerca mi ha accompagnato più di quanto apparirà in questo pezzo, Alberto Surrentino, responsabile del Cinestudio all’Odeon e gestore dell’arena Argentina con altri soci tra cui Maurizio Mirone.  Alberto mi racconta la storia del cinema, che lui stesso ha messo insieme grazie a ricerche molto accurate. Il cinema Odeon fu fatto costruire da Salvatore Serrano nel 1929 e i lavori terminarono nel ’31; ma nel ’33 Salvatore muore e il cinema passa ad Agatino Serrano che lo gestirà fino al ’65, anno in cui la gestione passerà a Michele Serrano scomparso lo scorso anno. Il film che inaugurò l’apertura del cinema fu Papà gambalunga (11 marzo 1932). Nel ’39 i Serrano si trasferiscono a Napoli e affidano la gestione dell’Odeon al LENIC, ma quando nel ’44 fecero ritorno a Catania, trovarono il cinema requisito dagli inglesi che lo adibivano a sala cinematografica per le truppe. Alla fine del ’44 il cinema venne restituito, ma l’attività riprese solo un decennio dopo stando ai tamburini dei quotidiani del tempo; Michele Serrano invece sosteneva che l’attività riprese nel ’45. Purtroppo non è possibile conoscere l’esatta verità perché i giornali in questione sono in via di restauro alla Biblioteca Ursino Recupero e, data la carenza monetaria attuale, non si potrà tanto presto consultarli. Nel 1954 Agatino Serrano fece ingrandire il cinema di 10 metri [1]sul lato posteriore (il progetto fu redatto e realizzato dall’ing. Pappalardo). Negli anni ’50 i Serrano erano in pieno splendore economico e quindi presero in gestione l’Excelsior (che ha chiuso i battenti l’11 marzo 2009), l’Ariston (adesso proprietà della società romana Circuito cinema) e il Sangiorgi. Nel ’65 Michele rileverà la gestione di tutti questi locali e anche dell’Olympia (attuale sede del Mc Donald’s in piazza Stesicoro). Ma la prima grande crisi del settore cinematografico fa vacillare la stabilità dei Serrano. Il Sangiorgi viene lasciato nel ’69, l’Olympia alla fine degli anni ’70 diventa una sala a luci rosse ma l’Odeon sembra resistere al tracollo. Purtroppo non fu cosi: nel 1984 tre locali dei Serrano non riaprirono: l’Ariston, il Corsaro e l’Odeon; il 27 ottobre di quell’anno uscì un articolo su La Sicilia relativo alla grave crisi che colpiva i locali storici della città: il pezzo era di Elvira Seminara e le cause della crisi venivano addebitate a diversi fattori tra cui la televisione, le case di noleggio, il Comune e la gestione poco attenta dei cinema.  Per fortuna il Corsaro e l’Odeon riaprirono prima di Natale, ma le difficoltà non finirono, infatti nel giugno dell’85 il cinema Odeon proietta I vizi segreti degli italiani, una pellicola erotica con Moana Pozzi. Anche se il film non era un porno, è chiaro che la situazione del cinema si mostrava tutt’altro che buona. Ma nel 1991 Michele Serrano lascia definitivamente l’esercizio cinematografico e consegna in gestione la sala alla Jolly Cinematografica, società che la gestisce tutt’ora. Insieme ad Alberto guardo gli album fotografici del cinema Odeon che Willem Kleijn Hesselink, operatore del cinema, ci ha gentilmente fornito. Le foto sono molto belle e numerose, ce ne sono alcune dei lavori del ’54, altre dei manifesti pubblicitari con su scritto Cinema scope.

Alberto, il cinema Odeon ha un’unica sala, quindi si deve certo fare una selezione tra i film in uscita: in base a quali criteri vengono scelte le pellicole?

Il cinema non fa la selezione, sono le case di distribuzione a decidere. Il cinema ha potere di scelta esclusivamente nell’ambito degli accordi con le case di distribuzione, qui all’Odeon per esempio mettono in programmazione film della Universal e della Eagle. Ovviamente questi accordi possono subire cambiamenti nel tempo. Molto importante è la posizione più o meno dominante che il cinema ha sul mercato. In base al numero di sale e ad altri fattori (come le condizioni del cinema, gli incassi), il cinema ha un potere contrattuale più o meno forte.

Come funziona la vita di un cinema, i costi del noleggio delle pellicole, gli incassi, la spietata concorrenza delle multisala?

Dunque, i costi di una pellicola variano in base al film e se la proiezione è di prima o seconda visione. Di solito il noleggio costa il 48% dell’incasso per la prima visione e il 40% per la seconda. A volte c’è un costo fisso e altre volte la combinazione delle due cose, cioè la percentuale sull’incasso e un minimo garantito che varia in base al film, per esempio quando uscì Spider man, chiedevano un minimo garantito di 5000 euro per la prima visione e il 48% dell’incasso. Quindi se il cinema non riusciva a guadagnare i 5000 euro, doveva comunque pagarli alla casa di noleggio. Una grande e recente difficoltà, è la contemporanea. Prima ogni cinema aveva in programmazione un film diverso e questo garantiva un guadagno più o meno alto a tutti. Oggi, multisala a parte, lo stesso film è in programmazione in almeno due o tre cinema diversi. La ragione principale è che nonostante vengano prodotti moltissimi film, sono pochi quelli che hanno un incasso elevato, quindi i cinema preferiscono una contemporanea che dia 100 spettatori, piuttosto che un film di nicchia con un garantito di 10 spettatori. Purtroppo la tendenza degli ultimi anni è un progressivo e crescente abbandono dei cinema cittadini verso le moderne e confortevoli multisala. Sono soprattutto i giovani a scomparire, pensa che per vederli riapparire all’arena Argentina, abbiamo sceso ad un euro il biglietto d’ingresso del venerdì.

Tanti cinema hanno chiuso i battenti, l’Odeon è a rischio?

Purtroppo sì, tutte le restanti sale cittadine sono sotto questa spada di Damocle. Il Tiffany ha chiuso il 19 giugno 2008 e anche l’Excelsior, nel 2009. Sono in attesa che qualcuno li prenda, ma in questo momento le condizioni sono tutt’altro che favorevoli: sono locali per cui si dovrebbero spendere soldi per adeguamenti alle prescrizioni con la commissione di vigilanza, per non parlare dell’affitto e del resto. I cinema di città ormai lavorano solo il fine settimana e con qualche cineforum, ma il pubblico non è giovane, i ragazzi preferiscono le multisala.

Cosa pensi del digitale e del futuro del cinema?

Sono un amante della pellicola e non mi piace l’idea che un giorno sparirà, ma la strada porta al digitale. Il 3D implica il semplice uso di un grande videoproiettore dentro cui si inserisce un hard disk, la pellicola è giunta al suo tramonto, per me è un peccato ma chissà.

Elena Minissale