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Comunicare la, in, per… strada

La povertà, l’emarginazione, le difficoltà quotidiane di chi ha perso tutto, la voglia di ricominciare o di andare avanti a testa alta, il disagio, la speranza e la rabbia; le scarpe rotte, la cena in comune, vestiti e lenzuola che non odorano di casa, la sala comune e i lavoretti manuali; tutto questo, e altro ancora, è Telestrada, un progetto editoriale nato per iniziativa della Caritas di Catania, unico nel suo genere: lontano dalle logiche perbenistiche e decisamente lontane dalla realtà dei mezzi d’informazione, questa web-tv racconta la vita dei senzatetto, senza fronzoli, da un punto di vista genuinamente interno; la redazione è infatti formata per lo più da volontari e senzatetto, da gente comune che vive e conosce la realtà della strada. E i racconti di strada non sono altro che brevi filmati o cortometraggi, tecnicamente certo non perfetti eppure perfettamente capaci di comunicare la condizione del povero, oggi. Lo scorso 22 Ottobre, una delegazione di Telestrada ha incontrato gli studenti della facoltà di Lettere in un semideserto Auditorium – segno di quanto i cosiddetti invisibili siano davvero tali – proiettando due cortometraggi realizzati dalla Redazione di strada, scarne eppure eloquenti rappresentazioni della vita nelle case d’accoglienza, di quanto sia importante, per il senzatetto, avere la possibilità di lavorare e di quanto la convivenza in queste strutture possa essere difficoltosa.  Subito dopo la proiezione dei filmati è iniziato un interessante dibattito tra gli ospiti dell’evento – Padre Valerio di Trapani, direttore della Caritas Catania; Davide Bennato, docente di Comunicazione e analisi dei media; Marco Belluardo, assessore Politiche sociali di Catania; Giuseppe Bucalo, presidente dell’associazione Penelope; Elvira Seminara, giornalista e scrittrice – che ha fornito numerosi spunti di riflessione. L’attenzione si è innanzitutto focalizzata sul concetto di informazione: il lavoro condotto da Telestrada costituisce probabilmente un esempio di vero giornalismo, fondato sul contatto diretto con le fonti e raccontato “dall’interno”; non è difficile riscontrare, nei tanti reportages sulla povertà condotti dal giornalismo istituzionale, una vena di pietà, un distacco giudicante, indicativi di quanto oggi sia grande la distanza tra fatto e notizia; senza dimenticare che spesso però la tematica della povertà passa sotto silenzio, volutamente ignorata perché è più comodo per le nostre coscienze; a tal proposito, interessante notare come nei filmati di Telestrada non si faccia uso di un linguaggio edulcorato o di espedienti retorici per rendere meno inquietante lo spauracchio della povertà. Perché oggi come non mai è forte il rischio di trovarsi senza più casa, famiglia, lavoro e tale rischio coinvolge una grossa fetta della società e forse è più comodo per tutti esorcizzare questa paura pensando che i poveri siano entità estranee ai circuiti di vita moderni, reiterando l’idea romantica e poco realistica del clochard.

Ornella Balsamo