Pubblicato il: 8 Giugno, 2010

Consoli: «Vi spiego perché Borgese è stato cancellato»

Dario Consoli è un giovane studioso di letteratura italiana. Il suo “Peccato della Ragione”, appena pubblicato con “Prova d’Autore”, accompagna un’accurata traduzione di un saggio del Borgese finora mai proposto in italiano. Il volume contiene anche sei lettere inedite, tratte dalla corrispondenza tra lo scrittore palermitano e Domenico Rapisardi.

Come ha iniziato a interessarsi di Borgese?

All’inizio è stato un incontro. Ho incontrato un amico di Brancati, l’Ingegner Domenico Rapisardi. Mi ha parlato di persone scomparse che aveva conosciuto. Fra queste anche del Borgese, di cui aveva fatto conoscenza negli USA. Da lì è iniziato il lavoro di ricerca. Ho iniziato lentamente a farmi un’idea…

Su Borgese.

Sì. Parliamo di uno scrittore che è stato cancellato, perché si era messo contro le figure più rappresentative e potenti della cultura italiana: Croce, innanzitutto, ma anche D’Annunzio che, per quanto prossimo alla morte, rimaneva pur sempre il punto di riferimento di una generazione di letterati, anche del ‘primo’ Borgese.

Ritiene sia dunque questa la ragione per cui figure come quelle di Salvemini e Prezzolini abbiano mantenuto un posto di prim’ordine nella cultura italiana, a differenza di un Borgese, nonostante il loro avvicinamento, non solo fisico, al mondo anglosassone?

Anche questo si può ricondurre a certi strani ‘gialli’ della cultura. Ci sono figure che riescono a superare indenni le guerre mondiali e i rivolgimenti, spesso anche cambiando il colore della camicia, riuscendo così a mantenere posizioni e fama. Ci sono altre personalità, fra queste senz’altro quella di Borgese, che proprio perché coerenti con se stessi fino in fondo, pagano un prezzo molto alto. Certo, concorsero anche altre ragioni, di tipo umano, a determinare questi esiti. Non c’è dubbio però che la coerenza e la dirittura morale di Giuseppe Antonio Borgese ebbero una parte importante nelle sorti del suo lascito. E’ un esempio di cui ho cercato di farmi carico, con l’auspicio che le opere di Borgese vengano ripubblicate, lette e studiate.  A cominciare da una pubblicazione, oggi mancante, su “I Meridiani” Mondadori.

Non c’è contraddizione nell’accostamento fra gli accenni al “primato della forza” prodotti da Machiavelli e lo spiritualismo proprio del Romanticismo, che Borgese addebita al neoidealismo?

Sono tante le cose contraddittorie, ma quasi tutto si ricompone nell’esperienza culturale e politica di D’Annunzio. L’esperimento politico di Fiume, con l’invenzione dei riti che saranno ripresi da Mussolini, è la manifestazione di una mistura di elementi culturali e ideologici attinti in egual misura dall’universo romantico e da quello della romanità, senza voler scomodare il neoclassicismo…

Cosa pensa della tesi radicale di Borgese, contenuta ne “Le radici intellettuali del fascismo”?

Credo che sia molto suggestiva l’idea di un Romanticismo come momento di disintegrazione dell’unità culturale europea. E’ una prospettiva da approfondire, che meriterebbe di essere discussa e indagata, magari in un’opera futura.

Enrico Sciuto

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