Corsi di inglese ”gratuiti”
Ecco quanto vi costa.
Nel web impazzano annunci tipo “Corsi di inglese gratuiti con madrelingua” oppure “Stage gratuito di 5 mesi di inglese” e l’utente crede che sia una manna dal cielo dato il costo di un corso e l’esigenza di imparare questa lingua. Parecchi però non sanno che in realtà questi corsi non sono assolutamente gratuiti e nemmeno qualitativamente validi. Infatti un buon corso di inglese deve presentare le seguenti caratteristiche:
– lo studente deve essere inserito in una classe con lo stesso livello di conoscenze;
– il docente che insegna deve essere madrelingua inglese;
– le esercitazioni devono essere guidate e monitorate dal docente;
– le lezioni devono basarsi non solo sull’insegnamento della grammatica ma anche sull’ascolto di conversazioni mediante film o dialoghi e sulla conversazione dal vivo con il docente;
– infine ma non per importanza, un ottimo rapporto qualità-prezzo.
L’utente interessato all’annuncio telefona e fissa un appuntamento nel quale viene accolto non dal docente, ma da un consulente che tenta di fargli firmare un contratto di €2000 per un corso DAVANTI AD UN COMPUTER!
Proprio così. La modalità didattica (se così si può definire) adottata è quella virtuale dove lo studente si immerge nella cultura e conversazione britannica solo attraverso dei caschi per la realtà virtuale. Per quanto concerne l’insegnamento della grammatica e la conversazione con un docente in carne ed ossa è pressoché nullo. Il docente fa solo una comparsa di una volta a settimana per qualche ora.
Risultato: nessuno impara nulla. Tutti coloro che hanno seguito i loro “corsi” sono scappati a gambe levate e senza alcun rimpianto verso vere scuole di lingua. Implicitamente forniscono clienti alla concorrenza.
Le scuole che diffondono tale sistema non possono essere neanche definite tali. È sconcertante come un bisogno (oggi qualsiasi lavoro richiede la conoscenza della lingua inglese) venga continuamente mercificato. Ma solamente l’utente/cliente può fermare questo sistema. Semplicemente non cascandoci.
Caterina Tipa