Darwin e gli evoluzionisti
Si è tenuta il 12 Febbraio nell’Aula Magna del Convitto Mario Cutelli di Catania un incontro dal titolo “Darwin, l’origine della vita e gli evoluzionisti”. La relatrice, Gigliola Puppi dell’Università La Sapienza di Roma, ha affrontato il discorso non dal punto di vista scientifico, ma da quello che potremmo definire etico, in quanto le sue parole hanno riguardato le interpretazioni e gli equivoci che si sono creati attorno alla teoria di Darwin (e del quasi dimenticato Wallace, sottolinea la docente). Premettendo subito di essere una convinta cattolica – del resto è un argomento in cui, anche partendo con le migliori intenzioni, prima o poi scienza e fede si intrecceranno – la Puppi ha rivolto parole dure a tutta una serie di scienziati che hanno posto l’evoluzionismo, e più in generale la scienza, in un campo totalmente altro, quello delle credenze personali di ognuno. Come diceva già Bacone, la scienza non esclude la fede e viceversa. Ricordiamo che le due principali teorie opposte all’evoluzionismo sono, ad oggi, il creazionismo (nato negli anni ’20, quando ancora le teorie darwiniane non erano del tutto accettate, e che propone una lettura letterale della Bibbia), e il Disegno Intelligente (che sostiene l’esistenza di determinati fenomeni che la scienza, in un certo periodo storico, non riesce a spiegarsi. In quel caso si ricorre alla spiegazione divina: è un po’ la teoria del “Dio tappabuchi”). La stessa Chiesa condanna del resto queste due scuole di pensiero, come assolutamente anacronistiche e inadatte.
L’evoluzionismo, ora in gran parte riveduto e corretto ma innegabilmente una rivoluzione nel pensiero umano, si pone nella vasta zona grigia che alcuni usano per screditare il partito dei credenti o il partito degli scienziati. Teniamo presente però che la fede si chiede: “perché c’è qualcosa e non niente?”, mentre la scienza si chiede: “perché c’è proprio quella cosa?”.
Tomas Mascali