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Donato Altomare e la sua Sinfonia per L’Imperatore

Il 25 Settembre nella Sala Rossa dell’Orto Botanico di Catania, nell’ambito della manifestazione Aetnacon, è stato presentato, alla presenza dell’autore Donato Altomare, il romanzo “Sinfonia per L’Imperatore”. Non riveliamo nulla sulla trama, una vicenda che vede Federico II diventato da poco imperatore e che assumerà, nel corso del libro, tinte avventurose e fantascientifiche, non tradendo la natura e lo stile di Altomare, considerato uno dei più prolifici scrittori italiani di fantascienza. L’autore stesso ha parlato al pubblico del suo metodo di lavoro, che si basa su due concetti chiave: “mezz’ora” e “professionismo”. Il primo si riferisce al tempo minimo che dedica ogni giorno alla scrittura. Può sembrare poco, ma per un uomo che deve coniugare la passione per la scrittura al lavoro di ingegnere non è semplice trovare tempo. Secondo Altomare scrivere con dedizione anche solo per trenta minuti al giorno porta a ottimi risultati (e in effetti il fatto che sia un autore così prolifico lascia intendere che potrebbe avere ragione). Il “professionismo” è invece una cosa che ha imparato col tempo e, a proposito del quale, ci racconta un aneddoto. Quando, molti anni fa, volle partecipare a un concorso di fantascienza, scrisse una storia di streghe ambientata durante una gara di windsurf. Finita la stesura, lo fece leggere al fratello appassionato di quello sport, che gli fece i complimenti per il racconto, ma gli disse anche che si capiva che di windsurf non ne sapeva niente. Altomare sistemò i dettagli inerenti la disciplina, vinse il concorso, e da quel momento nella costruzione dei suoi romanzi sta sempre ben attento a svolgere un lavoro di ricerca preliminare molto attento. Interrogato sui suoi prossimi progetti, ha rivelato di avere intrapreso un’impresa apparentemente folle, ovvero la stesura di un romanzo di fantascienza in latino. Secondo lui infatti questa lingua è tutto tranne che morta, ed è molto interessante vedere come si possa adattare a un genere moderno come quello fantascientifico. E chissà che un esperimento del genere non possa risvegliare anche l’interesse dei giovani per questa lingua.

Tomas Mascali