Donne di oggi, nel silenzio delle percosse
Storie di silenzi e lacrime inascoltate, di sentimenti calpestati e persone accartocciate e buttate come fazzolettini di carta, di supremazia e pregiudizi. Sono quelle che si leggono negli occhi delle donne, ogni giorno in ogni angolo del mondo: le dignità ignobilmente calpestate di milioni di vittime che stridono, prede dei loro aguzzini ed incapaci di ribellarsi alle brutalità di una vita intera. D’altronde, sono episodi difficili da raccontare: non è facile ammettere che una persona, col suo bagaglio di emozioni, sentimenti e pensieri, possa diventare un semplice oggetto di cui usare ed abusare al momento del bisogno nelle mani di un uomo. E la cosa che più di tutte brucia è sapere che l’uomo in questione non è quasi mai il classico “sconosciuto” di cui la mamma ci ha sempre insegnato a diffidare: il nemico, nella maggior parte dei casi, si nasconde all’interno della famiglia stessa. Egli è il marito o il padre, e a questi seguono gli amici, i vicini di casa, i conoscenti stretti ed i colleghi di lavoro. Purtroppo, queste situazioni sono tutt’altro che rare: si calcola che circa una donna su cinque abbia subito degli episodi di violenza da parte di un uomo. Il numero degli stupri è, poi, strettamente connesso anche al tipo di società: è emerso, infatti, che questi episodi sono più comuni nei paesi in cui la dipendenza economica della donna nei confronti dell’uomo è più elevata. Basti pensare che nel terzo mondo, dove a causa delle pratiche religiose e culturali le donne hanno meno libertà decisionale rispetto ai paesi occidentali industrializzati, percosse ed abusi sono considerati quotidiani ed usuali. Si calcola, all’incirca, che, in un distretto del Kenia, il 42% delle donne subisca episodi di violenza fisica dal marito quotidianamente. In Nepal, addirittura, le ragazze vengono vendute in cambio di pochi spiccioli: una sorte, questa, che tocca a ben 10 milioni di giovanissime donne ogni anno. Ma, di fronte a questi dati, non bisogna considerare la violenza come un fenomeno appartenente solo ai paesi sottosviluppati: da una ricerca della facoltà della prestigiosa facoltà di Harvard, infatti, è emerso che negli Stati Uniti mediamente ogni 15 secondi una donna viene aggredita, mentre si aggira tra il 14 ed il 20% la percentuale di coloro che hanno subito un episodio di stupro. In Svezia, invece, ogni dieci giorni una donna muore a causa dalle violenze subite da un parente o da un amico. Anche l’Italia sembra darsi da fare in questo senso: i dati istat del 2010 ci parlano di ben 7 milioni di donne tra i 16 ed i 70 anni che hanno subito violenze, a queste se ne affiancano 1 milione e 400 mila che 16 anni non li avevano nemmeno. Le regioni più pericolose sono Emilia Romagna e Lazio, dove si calcola che il 38% delle donne sia stata vittima di un abuso: e, purtroppo, solo il 7,3% di esse ha il coraggio di sporgere denuncia, ma si chiude nel silenzio sperando che tutto si risolva: esattamente quel tipo di silenzio che le trucida, percuote, uccide.
Sara Servadei