Donne: violenze e femminicidi in aumento
Ci risiamo: Vanessa Scialfa, 20 anni, viene assassinata dal fidanzato dopo una banale lite. Soffocata, avvolta in un lenzuolo e gettata da un ponte, rappresenta solo l’ultima vittima della violenza sulle donne. Prima di lei c’erano già state, e per citarne solo alcune, Stefania Noce, Elisa Claps, Chiara Poggi, Melania Rea… e tante altre, così tante che alcune sono andate dimenticate, come pezzi di vetri rotti calpestati così tante volte da essere divenuti parte del selciato in cui sono state schiacciate. Nel mondo ne muore una ogni otto minuti, in Italia una ogni due giorni. E il denominatore comune di tutte le loro storie è sempre lo stesso: un amore che diventa calvario, violenza, morte. Tutte quante sono cadute sotto la scure di un marito, un amante, un fidanzato, un vecchio partner o un ex pretendente che prima aveva giurato di proteggerle e poi le ha sacrificate in nome del proprio egoismo. Il “femminicidio” è in costante aumento: nel 2006 erano 101 le donne italiane che ne erano state vittime, nel 2011 si è invece saliti a 157. Un aumento impressionante che supera il 50%, delineando una nuova, tragica tendenza. Del resto, nei paesi più poveri del mondo la situazione è ancora peggiore: le donne vengono lapidate pubblicamente o sfigurate con l’acido nei paesi islamici se colpevoli di adulterio, stuprate “a scopo correttivo” se sessualmente attratte da altre donne, sottoposte giovanissime a dolorosissime e spesso letali mutilazioni genitali.
Qualsiasi sia la loro storia, esse finiscono per essere solo degli oggetti: torturate, uccise, utilizzate e buttate dai loro uomini come se la loro vita, come persone prima che come amanti, non avesse valore, così come la loro volontà. Quel che è peggio è che una donna che ama si lascia facilmente accartocciare da un compagno feroce: il 96% di coloro che subiscono violenze sessuali in ambito domestico non denunciano per paura degli effetti che ciò potrebbe sortire, infatti una ricerca americana ha dimostrato che abbandonare il partner violento le espone ad un rischio di essere uccise due volte maggiore rispetto a chi non tenta la ribellione. A ciò si aggiunga che, specialmente per le coppie sposate, è difficile denunciare colui con cui si auspicava di trascorrere una vita insieme, con il quale si condivide la casa e magari dei figli, e con cui si sono trascorsi momenti felici in passato. Sono storie amare, fatte di promesse frantumate, violenze nascoste, speranze tradite. I peccati per i quali vengono punite sono sempre gli stessi: l’essere donne e, aggiungerei, avere amato troppo chi non meritava nulla. È per questo che non dobbiamo dimenticarci di Vanessa e di chi ne condivide le sorti anche quando i telegiornali saranno troppo occupati ad illustrarci i nuovi amori di Belen Rodriguez per ricordarci di loro: le loro morti non saranno inutili, infatti, se daranno ad una donna molestata la forza per incominciare una nuova vita, senza soprusi e con la forza che contraddistingue da sempre il gentil sesso.
Sara Servadei