1988. Donnie Darko è un liceale intelligente e maturo ma è anche un ragazzo disturbato. Soffre, infatti, di schizofrenia ed ha problemi di sonnambulismo. Donnie è in cura presso una psicanalista che tenta di scavare all’interno della sua mente attraverso l’utilizzo di una tecnica ipnotica. Durante una delle sedute, Donnie confida alla donna di avere un amico immaginario, Frank, un coniglio gigante dalle orecchie in su e dal viso inquietante. Una notte, nel corso di una delle sue visioni, Donnie, sonnambulo, viene invitato da Frank ad uscire di casa e in questo modo lo salva da una morte catastrofica. Frank gli rivela inoltre è imminente, mancano solo 28 giorni. In debito con Frank, Donnie si rende colpevole di una serie di atti e comportamenti riprovevoli per compiacere l’amico. Da questo punto in poi gli eventi e le visioni inizieranno ad accavallarsi e susseguirsi. Cosa è reale? Cosa è visione?

Donnie Darko è uscito negli Stati Uniti nel 2001 ma non ha avuto molto successo al botteghino. Con il passaparola dei fan, la pellicola è poi diventata un cult. Infatti, nel 2004 è stata riproposta una versione estesa e questa volta il successo è arrivato anche al botteghino. In Italia il film è arrivato solo nel 2002, ed a fine 2005 la versione estesa. Il film è stato scritto e diretto da Richard Kelly, un giovane e visionari regista esordiente. Tra universi tangenti e reali e catastrofi in arrivo, il regista affronta il tema della morte che aleggia sul racconto dal punto di vista di un giovane disturbato. “È una fantasia cosmico-metafisica, che apre la mente, crea contatti, scatena l’immaginazione, genera” ha affermato Kelly. Donnie Darko è uno di quei film che lasciano molti interrogativi. Il film finisce ma la situazione è tutt’altro che chiara. Molti sono i punti di dubbio e altrettanti sono i dettagli da non perdere per cercare quantomeno di seguire la trama. Forse è questa la vera forza del film: lasciare un alone di inspiegato, di misterioso attorno alla vicenda.

Diego Bonomo