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Drag me to hell

Christine lavora in una banca della sua città ed è in lizza per una promozione. Per riuscire a fare una buona impressione sul suo capo, che sembra preferirle un antipatico – e appena arrivato – nuovo collega, decide di negare una dilazione sul pagamento del mutuo a una cliente che la implora di aiutarla: concessione non impossibile ma non troppo vantaggiosa per la banca. Peccato che quella cliente sia la signora Gunesh, anziana zingara dagli oscuri poteri malefici che scaglia contro di lei un lamia, ossia uno spirito demoniaco che in tre giorni, se non riuscirà a sconfiggerlo, le spalancherà le porte dell’inferno. Il regista Sam Raimi, dopo il fortunato Spiderman, ritorna alle origini (sua, infatti, la regia dell’horror anni ‘80 “La casa”) firmando un particolarissimo film da lui scritto insieme al fratello Ivan. La paura e l’angoscia per la fine spaventosa e inevitabile della protagonista si accompagnano a espedienti comici e – in alcuni passaggi – addirittura esilaranti. Le immagini splatter non sono di corpi mutilati e sanguinanti ma di una vecchia malata che sparge ovunque materiale organico; di mosche che fuoriescono dal corpo di Christine; di un occhio che appare all’improvviso all’interno di una fetta di torta. I colpi di scena non mancano, fanno saltare lo spettatore sulla poltrona ma subito dopo scatenano un sorriso.  Christine viene rappresentata come la classica brava ragazza, onesta, dedita al lavoro e alla famiglia che però, quando per la prima volta pecca di egoismo e arrivismo, viene duramente punita. Nonostante Christine si renda conto dell’errore commesso, e cerchi di rimediare, non c’è perdono per lei. La sua salvezza potrebbe risiedere nella rovina di qualcun altro. E come sempre più spesso accade nelle produzioni horror degli ultimi anni, vengono affrontate tematiche attuali (come, per esempio, la necessità di mettere da parte i sentimenti di solidarietà e umanità per la necessità di un lavoro sicuro e ben retribuito) con una morale di sottofondo: al male si risponde con altro male o bisognerebbe far vincere sempre il bene?

Horror originale, sorprendente, da vedere.

Mariangela Celiberti