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Educatori Professionali? Una dura diatriba

In data 09 Gennaio 09, l’APEI (Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani), con un comunicato stampa diffuso su tutto il territorio nazionale, ha dato il via ad una protesta che tange numerosi laureati che hanno conseguito il titolo di studio di “educatori professionali” presso la Facoltà di Scienze della Formazione. Il nucleo centrale del comunicato stampa ruota intorno al requisito di accesso per il reclutamento di  tali figure professionali presso le Asl di tutta Italia; situazione, questa, che genera reali e disastrose conseguenze dal punto di vista professionale e personale. L’ultimo episodio è quello relativo all’ASL di Taranto che ha indetto un avviso pubblico (BUR Puglia n° 3 del 08-01-2009) per incarichi provvisori per Educatori preannunciando, già da subito, l’impossibilità di partecipazione per tutti gli Educatori Professionali che provengono dalle Facoltà di Scienze della Formazione. La beffa è che, nonostante questi studenti siano in possesso di un titolo di studio valido per lavorare presso le Asl, non vengono riconosciuti come tali perché vengono presi in considerazione gli educatori che hanno conseguito il Diploma universitario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Ciò è quanto è stato riconosciuto dal D.M. 520/98. Successivamente, con il D.M. 27 Luglio del 2000 vengono equiparati, a questo ultimo titolo di studio, i corsi regionali conseguiti con titolo di educatore prima del 1984.

Costoro  possono  partecipare a tali concorsi mentre, chi ha conseguito la laurea in educatore professionale presso la Facoltà di Scienze della Formazione, nonostante abbia sostenuto un numero elevato di esami (che appartengono alle più disparate aree disciplinari, da quelle pedagogiche a quelle psicologiche, da quelle scientifiche a quelle mediche) e abbia fatto esperienze pratiche di tirocinio, viene escluso da tali concorsi. Il comunicato stampa, esordendo con le parole: “Adesso basta. Non possiamo più far finta di non vedere e non sentire. Ciò che sta accadendo nei nostri confronti è un fatto gravissimo. Abbiamo l’obbligo morale di rendere pubblico l’ennesimo sopruso nei confronti degli Educatori Professionali provenienti dalla Facoltà di Scienze della Formazione […]”, vuole essere un grido che denuncia una situazione con cui non è più possibile convivere e, di conseguenza, non è concepibile rimanere inermi dinnanzi ad un qualcosa che travolge migliaia di professionisti che hanno speso denari e fatica per divenire “educatori professionali”. L’Apei, che da anni è un punto di riferimento in cui confluiscono le vite di numerosi professionisti di ambito socio-educativo, lancia una sfida che ha uno scopo ben preciso e che è sintetizzabile nello slogan che li accompagna e li contraddistingue: “riprendiamoci la pedagogia”.

Giovanna Cataldi