Pubblicato il: 14 Agosto, 2010

“Energia Selvaggia”: l’arte di Gloria Pellegrini a Pistoia

Sono esposte nei prestigiosi locali del Museo “Marino Marini” e dell’annesso Palazzo del Tau, nel cuore di Pistoia, le opere facenti parti della rassegna “Energia Selvaggia”, firmata da Gloria Pellegrini. La mostra, curata da Siliano Simoncini e Maurizio Tuci, è stata inaugurata lo scorso 23 luglio e sarà visitabile fino al 4 Settembre (orario 10:00 – 18:00, domenica esclusa), con piena soddisfazione dell’amministrazione comunale che affida a Mirco Vannucchi, Assessore alla Cultura, il compito di plaudire ad un’artista pistoiese, “la cui opera, attraverso la quale ci racconta la sua storia, è l’espressione di una sensibilità artistica palpabile e significativa”. Una selezione di opere realizzate fra il 1995 ed il 2003 che rappresentano un’anima significativa dell’esperienza matura dalla pittrice, quella che ne identifica al meglio l’espressione creativa e la poetica di base. Il frutto di una pittura diversa – già definita nel 2003, proprio in una nota critica di Siliano Simoncini, come  “una sontuosa colata lavica” – capace di attrarre e catturare l’osservatore esperto quanto il neofita. Per Gloria Pellegrini, difatti, la pittura – come sottolineato Maurizio Tuci – è veemenza, pura energia selvaggia che irrompe nello spazio della tela facendola “esplodere”. Merito di un colore adoperato al maggior grado di saturazione, efficace ad esternare le caratteristiche psicologiche di un’autrice che sollecita emozioni propagando un’intensa energia luminosa. Una serie di dipinti che sono anche il frutto di un percorso umano tortuoso e colmo di ostacoli: dall’unione contrastata – in giovane età – con il maturo maestro Alfiero Cappellini, alla scomparsa prematura e destabilizzante del secondo compagno, fino a giungere ai seri problemi di salute affrontati con estremo coraggio. Vicissitudini personali che hanno segnato l’artista, per la quale l’arte pittorica è così divenuta terapeutica: un’autentica valvola di sfogo per ansie, timori e paure.

Questa personale, dunque, è l’occasione per svelare al grande pubblico quanto finora apprezzato da una ristretta cerchia di intenditori. Un’opportunità che rende giustizia ad una pittrice che, come tante, si è troppo a lungo trovata relegata nell’intimità di uno studio.

Andrea Bonfiglio

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