Finisce l’emergenza rifiuti in Campania ma continuano i problemi
Dal 31 dicembre 2009 è ufficialmente finita l’emergenza rifiuti in Campania. Dopo ben 15 anni, infatti, il Senato, in questi giorni, ha approvato la chiusura dell’emergenza (contestualmente a quella del terremoto in Abruzzo) con 136 voti favorevoli. Tutto concluso positivamente? In effetti, non è proprio così. I problemi, infatti, continuano ad esserci. Basti pensare alle diverse città campane in cui il servizio di raccolta è sospeso per mancanza di liquidità da parte dei comuni oppure alle numerose discariche a cielo aperto che continuamente vengono scovate. Tutto questo, non fa parte dell’emergenza? A tal proposito, esemplare è la situazione dei 44 comuni che appartengono al Consorzio Avellino 1: i dipendenti della società a cui è stata appaltata la raccolta, da due giorni, hanno incrociato le braccia, lasciando i rifiuti a marcire per strada. Lamentano stipendi non pagati da ben 5 mesi. E questo perché i comuni del Consorzio sono indebitati verso la stessa società. Spostandosi qualche chilometro più in là, precisamente a Baronissi, nel Salernitano, si apre un’altra piccola emergenza: è stata scoperta, infatti, una discarica di rifiuti ingombranti, ovviamente abusiva e per di più vicino a una scuola elementare. Il problema più grande risulta essere, però, sempre quello dello smaltimento. Il termovalorizzatore di Acerra funziona a pieno ritmo, ma adesso bisogna vedere dove destinare le ecoballe fino ad ora prodotte. Ma c’è di più: la fine dell’emergenza obbligherà le province a dover costituire delle aziende provinciali che gestiscano i rifiuti e che, soprattutto, introducano definitivamente la raccolta differenziata che ancora oggi raggiunge appena il 23%. Notizie che arrivano a margine della condanna da parte della Unione Europea per il modo in cui l’emergenza è stata gestita: errori che non devono assolutamente essere ripetuti.
Massimiliano Mogavero