Pubblicato il: 3 Novembre, 2009

Fortapasc

fortapascFare il giornalista non è affatto semplice. Soprattutto dove la parola può essere un’arma pericolosa, dove la parola può essere più tagliente di mille coltelli. Palermo, Catania, Napoli: il giornalista è un mestiere scomodo. Torre Annunziata, 1985: Giancarlo Siani è un giornalista abusivo di 25 anni che scrive per il “Mattino”, un ragazzo che vuol fare il giornalista “giornalista” e non il giornalista “impiegato”. Ma a Torre Annunziata, i giornalisti “giornalisti” danno fastidio. Nel paese è in corso una guerra tra clan: il boss incontrastato è Valentino Gionta, ma nel territorio agiscono anche le famiglie dei Nuvoletta e dei Bardellino. I Nuvoletta fanno quasi da mediatori tra Gionta e Bardellino, ma tra i due clan continuano a riempire di sangue il paese. Inoltre, il sindaco di Torre Annunziata, Cassano, è corrotto, così come la maggior parte dei partecipanti al consiglio comunale. Le infiltrazioni arrivano dappertutto. Gli appalti sono tutti truccati: aziende inesistenti vincono appalti da miliardi di lire con offerte superiori di appena 50 mila lire e intascano soldi per lavori che non saranno mai realizzati. Giancarlo è un ragazzo troppo sveglio per non accorgersi di tutto ciò e puntualmente riporta nomi e cognomi sul giornale. Ricerca, si informa, indaga, cerca fonti. Il suo lavoro dà fastidio. Dà fastidio al sindaco di Torre Annunziata, così come dà fastidio ai boss della camorra. Ma per il suo lavoro viene premiato: realizza il suo sogno, ottenendo un posto alla sede centrale del “Mattino” a Napoli e finalmente un contratto di praticante. Ma non per questo smette di interessarsi di ciò che accade a Torre Annunziata. Anzi. I suoi pezzi adesso sono sulle pagine più importanti dell’edizione nazionale del giornale e la sua indagine sugli appalti truccati gli sta facendo scoprire retroscena molto importanti. Giancarlo Siani diventa una voce che deve essere zittita, e tutti i boss, anche di clan diversi, sono d’accordo. Il 23 settembre 1985, appena quattro giorni dopo aver compiuto il suo 26esimo compleanno, Giancarlo viene seguito da due sicari e, dopo aver parcheggiato sotto casa, viene colpito a morte dai loro proiettili.

Marco Risi riporta sulla scena una storia dimenticata, a cinquant’anni dalla nascita di Siani. Fortapasc, come Siani stesso aveva soprannominato Torre Annunziata, è un film che onora la memoria di una delle tante vittime della camorra. È un film che non può lasciare insensibili, un film che lascia rabbia in corpo, ed un senso di amarezza per un altro giovane lasciato solo, una pecora coraggiosa e coerente in un branco di lupi. Ottima la prova di Libero Di Rienzo nei panni di Siani, molto simile fisicamente. Forse anche per questo il film risulta veramente credibile ed emozionante

Diego Bonomo

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