Nell’era della comunicazione telematica, delle clonazioni inevitabili, della frenesia, della cultura da cortile, non sembra possibile fare a meno dei linguaggi artistici, tra i vari linguaggi quello della fotografia riveste un ruolo importante nell’attuale e schizofrenica società. Che esista per voluttà dello spirito o per esigenze di informazione sociale, poco importa, la fotografia riflette l’effigie di una realtà più o meno a noi conosciuta, è quindi sempre ben accolta quando si propone come protagonista all’interno di un evento, così com’è accaduto con il Med Photo Fest 2010 organizzato da Vittorio Graziano (fotografo catanese) con l’aiuto dei membri dell’ACAF. Catania, dal 22 al 26 settembre, è stata un via via di curiosi, amatori, estimatori, della fotografia che hanno avuto modo di ammirare le mostre fotografiche di Shoba, Cito, Saglio, Gianzi, Lombardo e del grande Gardin ( a cui, dopo la proiezione del film di Giampiero D’Angeli a lui dedicato, è stato assegnato il premio Mediterraneum 2010 per la fotografia) presso il Centro Culturale Le Ciminiere. Tra le mostre “I fiori dell’Islam”, anteprima della stilista di fama internazionale Arcangela Aiello e l’esposizione della collettiva dei membri dell’ACAF); si sono poi svolte proiezioni, insieme a workshop e a seminari che hanno riempito le giornate dell’evento, richiamando alla fine anche la partecipazione attiva di tutti gli appassionati di fotografia (professionisti e non) attraverso il concorso Portfolio Mediterraneum. I lettori sono stati rappresentati da fotografi e critici provenienti da più parti d’Italia (Alessandra Tommei, Elena Givona ed altri). L’esperienza culturale apporta sempre linfa ad un territorio, specie quando i veleni politici e la povertà delle risorse si fanno sempre più presenti minacciando il tanto atteso risveglio di questa città.
Sabina Corsaro
(Foto gentilmente concessa dall’ACAF)