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Gioeni: il degrado del grande parco

Il parco Gioeni è il più grande parco della città di Catania, molto più esteso della centrale Villa Bellini, da sempre meta preferita da famiglie, coppiette, ragazzini e anziani, per le loro passeggiate, soprattutto in vista della primavera. Il parco Gioeni nasce, almeno idealmente, nel 1931 quando entra a far parte del piano regolatore, ma solo nel 1972 iniziano i lavori che termineranno solo negli anni 90 usufruendo di tre finanziamenti da parte della Regione. Con i suoi 75000 metri quadri, i resti dell’antico acquedotto dei Benedettini e la folta vegetazione mediterranea che comprende ulivo,oleandro, agave, frassino e fico d’india, il parco Gioeni potrebbe essere uno dei maggiori centri di ristoro per i cittadini, un luogo piacevole dove accogliere i turisti e offrire loro l’opportunità di godere della splendida vista che il parco offre del centro cittadino , dei resti dei sopracitati acquedotti e di un rigoglioso giardino. In realtà il parco Gioeni rappresenta l’ennesimo triste esempio dell’abbandono da parte dell’amministrazione comunale e della totale incuria e mancanza di senso civico da parte dei cittadini; passeggiando per i suoi vialetti, infatti, s’incontra la vegetazione alta e incolta che non solo conferisce al parco un aspetto disordinato,mesto e trascurato ma rende anche difficoltose le passeggiate, soprattutto da parte dei bambini, che si sa, sono i primi a rischiare di farsi male. Nessuno, infatti, pare preoccuparsi dei piccoli cittadini catanesi i quali per raggiungere i giochi a loro destinati devono attraversare un sentiero fatto di gradini disconnessi circondati da erba alta, per arrivare in un’area giochi decisamente non a misura di bambino, con altalene e giochi rotti, e cocci di vetro sul suolo. Qualora la sicurezza dei bambini non fosse già una buona motivazione per incrementare la manutenzione del parco, proseguendo il giro è difficile non essere sopraffatti dalla tristezza osservando lo stato di abbandono del parco, che “vanta”,inoltre, lampioni rotti e cestini dei rifiuti completamente staccati dal suolo; atti di vandalismo, di una cittadinanza che non ha ancora imparato a godere e a preservare la bellezza della propria città, ma l’assenza di manutenzione dedicata a questo parco sembra suggerire agli autori di queste azioni “fate con comodo” , penalizzando i cittadini che invece hanno tutti i diritti di usufruire di strutture sicure e pulite per il loro tempo libero. Il parco, infatti, è molto frequentato nelle ore pomeridiane da studenti, bambini, persone che passeggiano con i loro cani e colpisce a questo proposito l’assenza della vigilanza volta a garantire l’incolumità dei cittadini. Gli osservatori più attenti escono da quel parco domandandosi perché tanta negligenza verso un bene e una risorsa della città, costretti ad accontentarsi invece che pretendere ciò che è dovuto.

Rosa Rita Bellia

Archivio Fotografico

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