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Gli shampoo

Sono veramente diversi tra loro?

In commercio esistono shampoo di tutti i generi: quelli per capelli grassi, fini, lunghi, corti, ricci, lisci, spezzati, con doppie punte e anti caduta. Ogni shampoo quindi dovrebbe contenere degli ingredienti diversi a secondo della destinazione d’uso. In realtà, a parte gli shampoo per la forfora, sono fondamentalmente tutti uguali. Tutti contengono gli elementi del sapone tradizionale ma hanno in più il tensioattivo che, conosciuto anche come agente inumidente, riduce la tensione superficiale [1] di un liquido, permettendone più facilmente la distribuzione e la tensione superficiale tra due liquidi. I tipi di tensioattivi più utilizzati negli shampoo sono: anionici, cationici, non-ionici e anfoteri. La scelta di un tensioattivo piuttosto che di un altro è determinata dall’esigenza di formulare uno shampoo o più aggressivo o più delicato. Nient’altro. Negli Stati Uniti la FDA [2], Food and Drug Administration, ordina che lo shampoo contenga un’accurata lista di ingredienti. Il governo inoltre regola cosa i produttori di shampoo possono e non possono reclamare ad esempio qualche vantaggio associato. Quando un’azienda reclama che il proprio prodotto contiene qualcosa in più o di particolare, in realtà lo conterrà in percentuale minima e inefficace. Per esempio, alcuni prodotti hanno la pretesa di proteggere i capelli dai danni dovuti alle radiazioni ultraviolette [3]. Sebbene l’ingrediente responsabile di questa protezione fa bloccare gli UV [4], non è presente in un’alta concentrazione per esser efficace. Ogni prodotto quindi si distingue da un altro solo per la diversa percentuale degli ingredienti base e non per gli ingredienti stessi. La scelta giusta non va fatta secondo ciò che la pubblicità ci propina ma secondo “il provare per credere” anche con un prodotto non pubblicizzato e apparentemente scadente.

Caterina Tipa