Pubblicato il: 29 Giugno, 2009

Henri Cartier Bresson – Lo sguardo anarchico

HENRI-CARTIER-BRESSON-Siphn“La macchina fotografica è per me un blocco di schizzi, lo strumento dell’intuito e della spontaneità, il detentore dell’attimo che, in termini visivi, interroga e decide nello stesso tempo. La fotografia è una mannaia che coglie nell’eternità l’istante che l’ha abbagliata”. Henri Cartier-Bresson sapeva che fotografare non è soltanto un modo diverso di osservare il mondo, ma piuttosto un modo diverso di viverlo, di assimilarne i significati, di percepirne l’essenza. Se la realtà ad occhio nudo altro non è che un susseguirsi vorticoso di immagini senza ordine apparente, osservare questo caos attraverso l’obiettivo fotografico significa in un certo senso offrirsi ad esso nel tentativo di ricercare e costruire quell’ordine, lasciarsi investire dal flusso e dominarlo, immortalandone il singolo istante per l’eternità.  Henri Cartier-Bresson, nella sua lunga carriera, ha attraversato quasi un secolo intero di immagini; quel secolo, il Novecento,  al tempo stesso eterno e rapido come un fotogramma, quel secolo di cui è stato protagonista e testimone visivo attraverso la sensibilità del suo sguardo. Lontano dagli scenari di guerra e dalle urgenze d’attualità, Cartier-Bresson è riuscito a fissare nei suoi scatti quei momenti decisivi in cui risiede, nel medesimo istante, il senso di quel che siamo e di quel che abbiamo vissuto.  A differenza di molti altri bravi fotografi, egli non ha scelto di ascoltare esclusivamente il grido di sofferenza della guerra e le immagini d’effetto che facilmente si offrono all’obiettivo fotografico, ma ha comunicato la propria arte ricercandola nel silenzio, nella semplicità espressiva di un sorriso o di uno sguardo assente, in quegli spazi geometricamente perfetti che sono vuoti metafisici fatti di ombre e luci, nei quali la solitudine dell’individuo si fonde e diventa un tutt’uno con l’ambiente circostante, con l’universo intero.  Scomparso a Parigi nel gennaio del 2004, all’età di 96 anni, Cartier-Bresson è stato un uomo che ha saputo cogliere il senso del proprio tempo, catturandolo in un istante infinito; un uomo sempre avverso ad ogni forma di agghindata accademia e continuamente alla ricerca di nuove esperienze; uno sguardo anarchico sul mondo che ci ha lasciato un patrimonio di immagini straordinario, una sorgente inesauribile di volti, di forme e di significati profondi.

Aldo Nicodemi

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