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I 16 km di Samaria

Viaggiare e sentire la terra che pulsa e freme sotto i tuoi passi è una sensazione che non ha prezzo. Un paio di scarpe da trekking, voglia di camminare, voglia di respirare e voglia di riempirsi gli occhi di bellezza: questi gli ingredienti per intraprendere il percorso di 16 km a Samaria, nell’isola greca di Creta. Sveglia alle sei del mattino per prendere l’autobus che ci porta a 1200 m di altezza al Gorge National Park. Le montagne sono imponenti, le pareti di roccia ripidissime, ma il percorso è piuttosto agevole, anche se non sono mancati gli infortuni. Lungo il cammino sono presenti delle zone di sosta, con fontane provenienti dalla sorgente del fiume e, anche se massacrante, Samaria è molto battuta dai turisti di tutto il mondo: non è certo un luogo deserto e avventuroso (ci sono anche i bagni, l’infermeria e membri della forestale con mulo annesso pronti ad un eventuale salvataggio), ma la lunghezza del percorso scoraggia il turismo di massa vero e proprio.  Ci si accorge scendendo pian piano che il paesaggio cambia e insieme a lui anche la vegetazione, fino a che si giunge alle gole, spettacolo che mozza il fiato (il posto è di grande interesse geologico). Il livello dell’acqua del  fiume, nella stagione estiva è molto basso; infatti il sentiero è aperto per pochi mesi l’anno ai visitatori. Durante il cammino ci si imbatte facilmente nella capra tipica di Creta, dallo sguardo un po’ svanito e assente, ma dalla lingua piuttosto lunga e famelica, pronta ad afferrare bocconcini prelibati lanciati dagli “esploratori”. Pochi si accorgono di una capretta intraprendente in serie difficoltà, arroccata su una parete di roccia a strapiombo, in un punto cosi inaccessibile da chiedersi come ci sia arrivata. La osserviamo per lunghi minuti, stolti uomini che non rammentano quanto le capre siano abili nel free climb, e la creatura impaurita lentamente e con ragionamenti non trascurabili (prima di muovere una zampa studiava attentamente il percorso più sicuro), finalmente si mette in salvo e fuori dal nostro campo visivo. I sedici km scorrono lentamente e tra una vescica ai piedi e uno scivolone, si giunge finalmente al mare. Soltanto in nave, tornando verso la Sicilia, sogniamo ad occhi aperti luoghi inesplorati e inaccessibili, grazie ai racconti di alcuni ragazzi francesi praticanti free camping e avventura dura e pura on the road. Per loro che conoscono quasi come le loro tasche il territorio cretese e hanno marciato per chilometri in sentieri più solitari, Samaria è una meta turistica scontata e poco eccitante, ma per chi non si sentisse come Christopher Mc Candless nel film Into the Wild, Samaria sarà un’esperienza indimenticabile e soddisfacente, anche nei giorni seguenti, quando l’acido lattico accumulato paralizzerà i muscoli del corpo.

Elena Minissale